The Kills sono nati nell’era in cui ancora si registravano le canzoni in analogico, magari nella propria camera, successe con “Jewel Thief” o “Raise Me” (demo inedito), Alison Mosshart ricorda quando la scrisse ed era emozionata del risultato, ci sono voluti undici anni per ritirarla fuori, mixarla e lanciarla in questa raccolta di canzoni estratte principalmente dal periodo tra l’esordio di Black Rooster (2003) e Black Ballon (2009).
Jamie Hince è convinto che le canzoni siano come scintille, solo alcune prendono fuoco e magari accecano le altre che rimangono orfane, bastarde appunto, come queste venti tracce oscurate dai pezzi portanti degli Ep, o i lati A dei singoli. Little Bastards però era il nickname della drum machine con cui sostennero ritmicamente e registrarono rusticamente i loro primi vagiti, ma sono ricordi di altri tempi.
“All’inizio con The Kills ogni giorno era eccitante e diverso – ricorda Alison – mentre Jamie era spesso insoddisfatto della sua interpretazione da rocker non considerandosi all’altezza, una sensazione che non gli manca in questa fase della sua carriera.”
Nel disco ci sono pezzi famosi per i fedeli della prima ora come “Love Is A Deserter”, live per la radio XFM e “Night Train”, e piccoli tesori come “Baby’s Eyes”, “London Hates You” e “Magazine”, alcune cover: “I Call It Art” di Serge Gainsbourg, “Forty Four” di Howlin‘ Wolfs, “I Put A Spell on You” di Screamin’ Jay Hawkins e “Sugar Baby” di Dock Boggs, come all’inizio, quando alle domande che volevano incastrarli in un genere rispondevano di essere un gruppo blues.
Sul loro canale YouTube sono disponibili alcuni video, tutti montati con immagini live di esibizioni passate a parte l’inquietante “Raise Me” e il breve scherzo in super 8 di “Blue Moon”.
http://thekills.tv/
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autore: Lorenzo Donvito