I Kamikaze Queens sono un combo formato da cinque artisti provenienti da Berlino e dagli Usa che miscelano le molte influenze musicali in un pacchetto esplosivo di punk, garage, swing e burlesque. Alle voci due artiste, Mad Kate e Thrinity Sarrat, che hanno incrociato le loro vite tra Berlino e San Francisco, alla chitarra, al basso e alla batteria, rispettivamente Tex Morton, Lloyd Clark II e Nico Lippolis, quest’ultimo italiano, ma trapiantato a Berlino dal 1994 e ha suonato con molti gruppi tra cui gli Atari Teenage Riot.
Il sound che produce questo quintetto è assolutamente infiammabile e coinvolgente. Riesce perfettamente a coniugare il rock’n’roll, con il burlesque, passando per il punk ed il garage. Sono il collante perfetto tra tutti questi generi, pochi altri finora ci sono riusciti con tale bravura e maestria.
“Automatic life” è il loro secondo full lenght, ma hanno pubblicato anche tre Ep, tra cui uno split con un altro gruppo da tenere d’occhio, gli italiani The Legendary Kid Combo.
Andando a scandagliare queste quattordici tracce, si riscontra il punk di matrice clashiana e settantesettina in “I was a teenage mermaid”, mentre virano più verso l’hardcore in “Trannequin”. Il post punk viene omaggiato in “Tastee 29” e in “Snagged on my stiletto”, in quest’ultimo brano aleggia il fantasma di Patti Smith.
Il punkabilly veloce e roteante è rappresentato dalla sincopata “Automatic life”, la perfetta coniugazione tra punk e rock’n’roll viene trovata in “Do the crab”, mentre con “I ain’t sorry” riescono a velocizzare il Johnny Cash degli anni ’60. Il cabaret teutonico, infine, viene omaggiato con tre brani: in maniera ortodossa con “I just can’t help it”, miscelato con il punk in “Night life” e swingato e un po’ jazzato in “It ain’t no sin”.
Ho fatto un giro su youtube e vi assicuro che dal vivo rendono molto bene. Se passano dalle vostre parti non perdeteli, sono una forza della natura e “Automatic life”, almeno per il sottoscritto, sarà sicuramente presente nella playlist del 2011.
Autore: Vittorio Lannutti