La terza edizione del festival ‘Partirò per Bologna’ è stata caratterizzata dall’inevitabile e doveroso omaggio ad Angelo ‘Sigaro’ Conti, voce e chitarra della Banda Bassotti, venuto a mancare lo scorso 11 dicembre e che proprio nella precedente edizione di questo festival aveva suonato per l’ultima volta dal vivo. Come sempre un cartellone ricco con dieci nomi che si sono avvicendati sul palco dell’Estragon davanti ad un migliaio di persone provenienti in buona parte anche da Roma.
Quasi puntuali, poco dopo le 16.30, hanno dato inizio alle danze la ska band Arpioni, a seguire ancora tanto ska con gli scoppiettanti Ramiccia che hanno divertito con pezzi storici come “Professoressa” e con “Mozzica gane” prima di fare da backing band a Tonino Carotone, in gran forma e in perfetta sintonia con la band capitanata da Sandokan. Dopo questa bell’accoppiata si passa all’intenso folk romano de Il Muro del Canto che nei quaranta minuti di set appassionano eseguono alcuni dei loro cavalli di battaglia come “Madonna delle lame”, l’esaltante “Ciao core” e il valzer de “La spina” con cui invitano il pubblico a ballare trasformando così per pochi minuti l’Estragon in una balera. Prima di lasciare il testimone a Militant A/Assalti Frontali, Il Muto del Canto sostiene il rapper per un’esplosiva “Il lago che combatte”. Dopo questo brano il batterista, Alessandro Pieravanti, resta sul palco per passare dalla batteria alle basi elettroniche e fa coppia con Militant A, che generoso come sempre, regala un’appassionata “Roma meticca”, omaggia sé stesso e le sue origini con “Batti il tuo tempo”, ricordando i quasi trent’anni di militanza rap da quel 1990 in cui esordì con l’Onda Rossa Posse; e va avanti per poco più di mezz’ora. Con i Bluebeaters si torna i ritmi giamaicani che deliziano il pubblico con un rocksteady rilassato e coinvolgente. Ma si tratta della quiete prima della tempesta perché dopo di loro è la volta dei Nabat con il loro punk-noise-oi, che non hanno perso nulla lo smalto della loro lunghissima carriera ed ecco quindi lanciarsi sia in pezzi storici, più aggressivi che in passato: “Laida Bologna” e “Nichilistaggio”, sia in brani più recenti come la scheggiata “Nessun amico”.
I Reincidentes, l’unica band spagnola e straniera in cartellone, non fanno prigionieri con il loro punk tirato e noise, con un ritmo serrato, nel loro set spicca la travolgente “Resistencia”. Alle 23.15 è la volta della Banda Bassotti, ma prima che inizino a suonare si omaggia Sigaro con un discorso nel quale vengono ricordate la sua passione per il rock, per la militanza politica e per il suo ‘popolo’ che è stata descritta nel libro “Spartaco sei tu”, curato da Filippo Andreani e il cui ricavato verrà utilizzato per aprire una sala musica per bambini a Sabra e Chatila e che verrà seguito da Militant A. Durante l’omaggio, insieme a Picchio, Militant A e David Cacchione, Filippo Andreani c’era anche Adelmo Cervi, che ha assistito a tutto il set della Banda Bassotti e che ci ha invitato a non abbassare mai la guardia e a lottare sempre. Finiti gli omaggi la Banda ha iniziato con l’esplicito omaggio a Bologna e alle stragi di stato di “Luna Rossa”, per poi andare avanti con tutti i suoi cavalli di battaglia, dalla stessa canzone che ha dato il nome al festival al brano sui migranti “Cuore malato”, fino ad un “Avanzo de cantiere” velocizzata e quasi hardcore e una “All are equal for the law” rivisitata in chiave rallentata e più reggae-rocksteady. Non potevano poi mancare “Revolution rock”, “Figli della stessa rabbia” e “Mosca 993”, come “Stalingrado”, “Ska beat oi” e “Giunti palanche ska”. La lunga parentesi all’America Latina è stata caratterizzata da “Carabina 30-30”, “Nicaragua nicaraguita”, “Que linda es Cuba”. Per “Zu atrapatu arte” Picchio e Sandokan hanno lasciato il microfono a Rude, che l’ha cantata in italiano. Il concerto si è conclusa con una velocizzata “L’altra faccia dell’impero” e con una “Bella ciao” per la quale sono saliti sul palco Cervi, Militant A, Andreani, Cacchione. Un festival importante, perché è un fondamentale tassello di congiunzione di musica, militanza politica e solidarietà internazionale.
autore: Vittorio Lannutti