È orami definito il percorso di Umberto Giardini nell’olimpo del nuovo cantautorato italiano. Se da un lato, nella nuova generazione, abbiamo quello politicizzato e tagliente di Alesio Lega, dall’altro quello onirico ed altamente poetico di Moltheni. Il cantautore marchigiano in questo lavoro ha ben pensato di lasciarsi andare ad una melodia essenziale e raccolta. Accompagnato soltanto dal piano suonato dal suo produttore, Pietro Canali, e dal Josè Gonzales e Kalle Gustafsson (bassista dei The Soundtrack Of Our Lives), Moltheni ci delizia con sei brani di rara intensità poetica intimista e raccolta. La musica fa sempre da ottimo tappeto sonoro ed è un supporto che lascia che le parole, spesso sussurrate, siano poste in primo piano. Lo stesso sussurrare delle parole è già di per sé poesia ed è quel valore aggiunto che spinge l’ascoltatore ad entrare maggiormente in intimità con le canzoni. Le tematiche che affronta Giardini sono quelle dell’amore, a volte con richiami al duo Mogol-Battisti, anche nella parte melodica. La cima dell’intensità poetica Moltheni la raggiunge in frasi come ‘gesti che dilatano polmoni e vene’ o ‘Il tuo profumo è un prato dove mi piego e cado’ di “Giardini cattivi”. “io non sono come te” ha una durata breve, poco più di venti minuti, ma la sua intensità è sufficiente a soddisfare anche l’animo più esigente.
Autore: Vittorio Lannutti