Ricordo ancora con grande piacere una splendida esibizione di Thalia Zedek in quel di Urbino durante il festival “Frequenze Disturbate”(a proposito, come mai quest’anno non si è svolto?Mah, misteri della geopolitica concertistica italiana). Era l’epoca del suo ottimo esordio da solista “Been Here And Gone”(ve ne consiglio caldamente l’acquisto). Son passati ben tre anni da allora, prima che l’ex Come desse alle stampe il seguito di quella fatica. Ad onor del vero, non pare che il tempo intercorso abbia portato grandi novità in casa Zedek. Anzi, ” Trust Not Those In Whom Without Some Touch Of Madness ” è proprio la naturale prosecuzione del suo predecessore. Essenziale sotto l’aspetto sonoro(chitarra, batteria, viola, piano vengono utilizzati con parsimonia), pieno di brani abbastanza lunghi e ombrosi, dove la cavernosa voce di Thalia narra le sue malinconiche storie, l’album oscilla tra interpretazioni azzeccate e momenti di tedio. O meglio, una buona parte dei nuovi brani offrono poche novità sostanziali e, soprattutto, mancano di pathos, una componente essenziale per chi ha eletto l’introspezione come modus operandi. Conoscendo le indubbie capacità del personaggio, trattasi di un leggero passaggio a vuoto. Io, fossi in voi, magari opterei più per un concerto della Zedek, quando il prossimo ottobre sarà in Italia.
Autore: LucaMauro Assante