Il nuovo album in studio di Tom Brosseau, l’ottavo di una carriera discografica iniziata nel 2002, giunge ad un anno di distanza dal precedente, e sta permettendo al cantautore folk americano di farsi ulteriormente apprezzare dopo la tournée di Grass Punks (2014) giunta fin qui in Europa con alcune date anche in Italia, sempre in luoghi adeguati alle sue spoglie ma coinvolgenti esibizioni live.
Tom Brosseau emerge in punta di piedi oggi come uno dei più ortodossi ed autentici folksinger dallo stile confidenziale in circolazione, allineato all’american songbook, delicato, e dal taglio underground ma soltanto perché paradossalmente Brosseau, nella riscoperta della lentezza, finisce per differenziarsi con coraggio dalle produzioni folk contemporanee spesso piatte.
Rispetto al precedente lavoro del 2014 qui troviamo 10 brani, incisi a Bristol e prodotti da John Parish, ancora dal taglio folk domestico, registrati con un unico microfono, cantati benissimo e con espressività e lirismo – ‘The Wholesome Pillars‘ e ‘Tell me, Lord‘ – accompagnati dalla chitarra acustica qualche volta leggermente elettrificata, su ritmi quieti e nostalgici, e malgrado manchi forse qualche episodio che segni il definitivo affondo vincente – ‘Island in the Prairie Sea‘ e ‘Roll along with Me‘ ci vanno molto vicino, però – non esiste manierismo nella musica del cantante del North Dakota, che cerca un senso musicale proprio del brano e lo coltiva, dimodochè ciascun episodio sia un potenziale singolo. Temi sempre capitali, nelle canzoni di Brosseau: amore, Dio, tradimento, coerenza… senza però che ciò sfoci come spesso per i folksinger in cupezza, drammaticità o lezione morale biblica. Un buon disco, Perfect Abandon, con un titolo molto esplicativo; leggermente inferiore al precedente magari, per un musicista coerente e dalla forma folk pura.
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autore: Fausto Turi