Giá sperimentando tra le strade del post-hardcore con Fake History avevano guadagnato stima e rispetto da parte del pubblico del genere ed ora, i Letlive, giunti ormai al quarto album tornano con The blackest beautiful. Dopo aver maturato esperienza e talento ed essersi fatti le unghie sugli stage in compagnia di grandi nomi come Deftones e Underoath, sempre attingendo dallo stile degli At the drive-in, il gruppo statunitense sembra aver trovato la propria dimensione e il giusto sound che meglio ne esalta le qualità.
The blackest beautiful é un album ben strutturato e tecnicamente ineccepibile se non leggermente ridondante. Non manca nulla: apprezzabili i contrattempi, le ellissi e i cambi di tempo; la voce rabbiosa, graffiante e talvolta piacevolmente pulita di Butler si intona abilmente con la cornice delle chitarre distorte al punto giusto e di una batteria ruggente che funge da anima, il tutto mixato con maestria.
Cosí dopo una breve introduzione inizia Bunshee e si avverte subito dalle urla e dai cori (Swallow pride ‘til you feel sick) di che pasta é fatto l’album e non é che l’inizio.
La bravura dei Letlive viene fuori ascoltando i brani piú melodici (usando un eufemismo) come Empty Elvis o Virgin Dirt con esemplari riff e arpeggi contrapposti a rimiche furiose che seppur smorzando la grinta dei brani, diventano il punto di forza dell’album toccando climax incisivi ed efficaci.
Alcune tracce mancano leggermente di espressione come That fear fever, di impronta più post-punk o Dreamer’s disease. Molto piacevoli invece i virtuosismi tecnici e alcuni cori che emergono anche ad un primo ascolto in alcuni brani (White America’s beautiful black market; The dope beat, The priest and used cars; Pheromone Cvlt).
L’album si chiude con 27 Club, la traccia più aggressiva, con ritmi veloci, voce stridula e rullate pesanti, quasi come un ultimo sfogo del gruppo. Fondamentalmente ascoltando The blackest beautiful non emergono molti tratti innovativi anche se la linearitá dei brani é notevole, ma soprattutto la voglia di sperimentare crescente del gruppo é da tenere sott’occhio.
http://www.thisisletlive.com/
autore: Giuseppe Cursio