E’ da circa un lustro che il quartetto Grossetano degli Athrox si muove nel panorama underground proponendo una onesta e granitica formula di hard and heavy, con l’anelito di perseguire personalismi stilistici che, in parte, han dimostrato sia nel debutto del 2016 “Are you alive ?” che con il nuovo “Through the mirror”, contenente 10 brani con sonorità a stelle e strisce. Alla prima battuta, in “Waters of the Acheron”, viene scomodata l’epica col fiume Acheronte, di cui se ne serviva Caronte per traghettare le anime e, tanto per dare l’idea, il rumore di acqua in premessa, non è li per caso, ma l’andazzo della song è un crescendo di stati d’animo, nei quali pervade, comunque, un lungo strale malinconico, con il timing che supera tutte le altre tracce in elenco. Si annusa odore di seconda guerra mondiale in “Ashes of Warsaw”, alla vigilia dell’invasione teutonica in Polonia e, per quanto fremente, il pezzo non si staglia su tessuti molto spediti ma mantiene un certo equilibrio ritmico per tentare di scorgere un raggio di sole nel dramma bellico. Il singolo “Empty soul” apre la comfort-zone, in cui tutto
appare con sfondi vellutati e discrezionali ed incursioni spiazzanti che virano in espressività più grezze e prorompenti. La title-track se la giocano esiliando le parole e delegando al basso severo il compito di sorreggere l’impalcatura strumentale, accerchiata da riffs di rilievo, a braccetto con soluzioni più armoniche: un atto capace di ostentare godibili varianti umorali.
Ora, si accelera di brutto con la dinamica “Decide or die” , tanto incalzante quanto rocciosa nel suo guitar-work, in cui il bravissimo singer Giancarlo Picchianti, mostra assoluta disinvoltura tecnica e, tutto questo vortice sonoro, richiama (in fondo in fondo) la fretta che ci impone la vita nelle nostre decisioni. Anche l’altro singolo “Sadness’n’tears” mostra cambi d’identità. Infatti, inizialmente ti seduce con accenni ballad ma, il trasformismo esecutivo, spunta dall’angolo di un
tempo medio inondato dal fiume di grinta e melanconia, come il narrato fa intendere con versi d’amarcord giovanile: grande brano! Invece, “Dreams of freedom” dà modo a Giancarlo di racchiudere la vocalità in ambiti più sommessi, marcatamente bassi e ponderativi fino alla strofa decisiva; ma parliamo sempre di atmosfera che, in questa occasione, non tocca mai picchi d’ugola. Infine, l’intro heavy di “Fallen apart” è il cerimoniere di una closing-track che naviga in acque mosse da un groove assai coinvolgente, che trasmette “tosto” centrata empatia uditiva.
Di certo, segnali evolutivi sono qui presenti in forte evidenza, rispetto al precedente “Are you alive?”e la produzione appare più affinata e compatta. D’altra parte, non poteva che essere cosi, dal momento che “Through the mirror” alimenta tendenze a scelte più oscure ed aggressive, però l’indole degli Athrox rimane quella di una band che rafforza il suo credo, alla ricerca di un ruolo molto ben delineato e migliorativo.
https://www.facebook.com/athroxofficial/
https://athroxofficial.com/album/through-the-mirror/
autore: Max Casali