Songs To Make Love To è il decimo album in studio di The Dining Rooms, duo milanese composto da Stefano Ghittoni e Cesare Malfatti, (quest’ultimo ex membro dei La Crus), che in questo 2024 celebra il 25° anniversario della propria carriera artistica. Forse proprio per meglio celebrare dei 25 anni di carriera, dopo aver composto due anni fa Turn to see me e due anni prima Art is a Cat, Ghittoni e Malfatti licenziano un disco in cui è ribadito con forza il loro classico folk psichedelico con ritmo a bassa battuta, impreziosito da atmosfere cinematiche e ritmiche di taglio vagamente trip hop. Ciò risulta soprattutto evidente in pezzi come No Fun, Assai Giassai, On and On, Fuori di Veleno, La verità, nei quali per l’occasione compare la voce di Egeeno (del collettivo romano Tropicantesimo), di Daniel Richards, del compagno di etichetta Tomaz di Cunto alias Toco. Sono pezzi parlati a voce, sui quali vengono disegnate melodie trip hop molto sperimentali, per quanto liricamente ispirate, pezzi che appaiono come veri e propri esperimenti antropologico-musicali, in cui il classico suono di The Dining Rooms si fonde con le registrazioni ‘sul campo’ di suoni dei carruggi genovesi, della darsena milanese, dei quartieri spagnoli di Napoli e di città quali Istanbul e San Paolo.
L’album si accende ancor di più nei pezzi cantati, come in Just a Child e Stone (My Heart) che vedono come protagonista vocale Chiara Castello, e Nun tengo chiù a te con Marica Clemente.
Qui gli esperimenti diventano canzoni a tutto tondo, dotate di melodia e ritmo a se stanti, e di una dinamica emotiva profonda e non solo sperimentale, soprattutto in Stone, il pezzo più avvolgente del disco.
Come sempre diviso in brani strumentali e vocali il disco è interamente suonato e prodotto da Stefano e Cesare, e mixato al Blue Spirit Studio da Francesco Borrelli.
Songs To Make Love To, il cui artwork è stato realizzato con opere dell’artista Tatjana Zonca, è un disco sull’amore e sulla costruzione dell’amore, sulle dinamiche delle relazioni amorose all’interno e all’esterno della coppia, sull’amore libero e liberato, senza vincoli e al di fuori dell’idea di possesso.
Il messaggio contenutistico è forse raccontato in maniera un po’ troppo criptica, colpa anche del parlato di la Verità e No Fun e Common Questions che non sembrano tematicamente collegati al tema principale, ma Melancolia, Just a Child, Stone, la disperata e fortemente ritmica Nun tengo Chiù a te, così come la title track e Eclisse affrontano il tema principale in tutte le sfaccettature, anche quelle propriamente sonore: i piccoli capolavori sono quei pezzi dove c’è tanto sapore mediterraneo, se non addirittura arabeggiante, come Genova Nervi, Song to Make Love, Eclisse.
Un album insomma fatto di vibrazioni, esperienze, atmosfere da gustare, anche in sottofondo, ma che ti dà sorprese potenti come in Eclisse e Stone. Di sicuro, dà emozioni di impatto non immediatamente devastante, ma profondamente suggestivo e suadente.
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