I Bloc Party hanno fatto uscire a fine aprile il loro attesissimo sesto album Alpha Games, per etichetta Infectious / BMG, nuovo lavoro della band dopo ben sei anni, epoca di Hymns, pubblicato nel lontano 2016.
Per l’occasione hanno condiviso sui soliti canali web e social anche il singolo Traps, anticipazione dell’imminente album, annunciando un tour che li porterà in giro per l’Europa e il Regno Unito nel 2022, primo vero tour dopo il Covid e dopo che nel 2019, fintanto che si è potuto, avevano portato in tour sui palchi d’Europa, del Regno Unito e del Nord America, Silent Alarm, il loro primo ormai leggendario disco.
Prodotto da Nick Launay e Adam Greenspan (Nick Cave, Yeah Yeah Yeahs, IDLES), Traps annuncia e saluta il sound aspro e adrenalinico dei primi lavori, di puro stile post-punk, a cui la band ci ha abituato. Si lasciano alle spalle dunque l’elettro-pop e il soul tentato, non senza critiche, in Hymns, (recensito da noi a suo tempo QUI) e nella prima parte del disco, che comprende appunto la canzone trascinante, Traps, ritornano alle origini, con un post-punk appena appena edulcorato da forme di soul. Del singolo parla anche il leader, cantante e chitarrista Kele Okereke: “Sapevamo che Traps sarebbe stato il primo brano tratto dal nuovo album sin da quando l’abbiamo scritto; lo suonavamo durante il soundcheck del nostro ultimo tour ancora prima che lo finissimo perché volevamo sentire come suonasse in queste stanze enormi e all’aperto”.
Traps rappresenta in pieno, con i suoi tre minuti di riff quasi metal e il cantato quasi rappato di Kele, quello che sono i Bloc Party nel loro stile originario, in quello insomma che si può definire il loro sound classico, affine al post-punk e all’indie.
Tuttavia se Traps e ancor di più la canzone d’apertura Day Drinker, come anche Callum is a Snake, Rough Justice e The Girls are Fighting, rappresentano l’ormai classico sound dei Bloc Party, cattivo, duro, ma anche contaminato da risonanze black music, e lo rappresentano con ottimi risultati, al punto da suonare forse come il meglio fin qui fatto da loro, l’album sorprendentemente svolta alla traccia 7, con Of Things Yet to Come, che è una ballata romantica new wave, in cui persino la voce di Kele si esercita in modalità assolutamente nuove, e con ottimi risultati. Se Okereke infatti ha reso famoso il suo modo di cantare un po’ rappato un po’ stonato (vedi la prima strofa di Rough Justice, quasi accademica come esempio di questo stile), in questa sorprendente canzone assume uno stile puramente melodico, sorretto dai riff e dalle tastiere che più new wave non si può. Questa svolta del disco era stata in realtà anticipata dalla track 3, You Should Know the Truth, che pur senza avvalersi di tastiere assume un ritmo molto pop e in cui già la voce di Okereke imprime a se stessa nuove direzioni. Ma Of things Yet to Come segna una vera e propria svolta: non solo nel disco, che improvvisamente ruota verso la sua altra anima, appunto il sound new wave del tutto nuovo alla band, ma addirittura nel futuro della band stessa, perché il risultato è strabiliante ed apre nuovi orizzonti.
Il bello è che non si tratta di un esperimento unico: tutto il resto del disco prosegue in questa direzione, da Sex Magic al tipico lentone finale (che però offre nella conclusione una sorpresa psichedelica) The Peace Offering, alla ibrida In Situ, per non parlare di If We Get Caught, altra ballata romantica new wave che ci proietta di nuovo negli anni ’80, l’epoca musicale fin qui la più lontana da quanto i Bloc Party avevano prodotto. E anche qui c’è una traccia che, specularmente a You Should Know the Truth nella prima parte, richiama il sound della prima parte, quello “tipico” dei Bloc Party, ed è By Any Means Necessary.
Il disco sembra volutamente diviso con precisione maniacale in due: dalla traccia 7 alla traccia 12 abbiamo un disco new wave: Sex Magik addirittura sembra, con i suoi cori e altre voci, e le tastiere del riff di ritornello, prodotta dai Prefab Sprout (per chi se li ricorda).
Insomma, Kele Okereke e Russell Lissack, fondatori originari e anima della band con voce e chitarra, producono un disco dalle fattezze perfette per i fan della band ma anche sorprendente e dinamicamente svoltante verso altri orizzonti musicali, grazie forse anche alla presenza di Justin Harris (basso) e Louise Bartle (batteria) (subentrati a Gordon Moakes e Matt Tong dal 2014), che ha accompagnato i due co-autori delle canzoni verso nuove direzioni, il che è lodevole per una band che al sesto disco (ma già dal precedente Hymns) non sta mai ferma e vuole sperimentare a tutti i costi.
Per celebrare la pubblicazione di Alpha Games, i Bloc Party saranno in giro in per l’Europa e il Regno Unito tra maggio e giugno 2022, con una data prevista anche all’Alexandra Palace di Londra, anche se per il momento nessuna data in Italia.
https://www.blocparty.com/
https://www.facebook.com/blocpartyofficial
autore: Francesco Postiglione
Alpha Games tracklist
Day Drinker
Traps
You Should Know the Truth
Callum Is a Snake
Rough Justice
The Girls Are Fighting
Of Things Yet to Come
Sex Magik
By Any Means Necessary
In Situ
If We Get Caught
The Peace Offering