La cantante e violinista newyorkese Petra Haden, che già nel 2005 incise una bizzarra e molto apprezzata versione a cappella con più linee vocali tutte sovra incise da lei del particolarissimo album The Who Sell Out (1967) dei britannici Who –lavoro che poi in tournèe mise in scena col supporto di altre 9 cantanti – si misura oggi con un progetto analogo reinterpretando, con lo stesso stile vocale a-cappella polifonico tutto realizzato in autonomia, un album contenente 16 temi portanti di altrettante colonne sonore di film, musiche che hanno fatto la storia del genere soundtrack ddell’ultimo secolo.
Figlia del grande jazzista Charlie Haden, Petra unisce anche in questo lavoro le sue doti raffinate, che l’hanno vista collaborare con Bill Frisell in un disco a nome di entrambi nel 2003, ad una vena pop irriverente e non allineata – la Haden ha suonato in Tito & Tarantula e nei Decemberists, ed ha collaborato con Beck, Weezer, Twilight Singers, Sunn O))) – e questa doppia tendenza caratterizza tutto il disco qui presente, in molti casi simultaneamente, all’interno cioè dello stesso brano, in altri con prevalenza di esecuzioni ortodosse – i seriosi temi di Taxi Driver con Robert De Niro, Nick Mano Fredda con Paul Newman e Gioventù Bruciata con James Dean – o piuttosto irriverenti e giocose, come nella musica di Psycho, per altro una delle vette del disco per la serratezza degli incastri vocali, al pari della favolosa ‘Superman’s Theme’, di cui qui vengono messe in evidenza molto bene gli arrangiamenti funambolici.
Il rischio con questo disco e con molti progetti analoghi è di dimenticare tuttavia nell’ascolto distratto l’eccezionalità di cosa si stia esattamente ascoltando: niente strumenti d’orchestra, ma piuttosto voci sovraincise che rifanno fiati, archi e percussioni.
Un bel po’ di Italia, con musiche di Nuovo Cinema Paradiso, Per un Pugno di Dollari ed Otto e Mezzo, e poi alla settima traccia Petra decide di cantare, e così il tema musicale di Agente 007 Missione Goldfinger, prevede sui soliti vocalizzi anche il testo del celebre brano soul pop, mentre nelle belle ‘Calling You‘ dal film Bagdad Cafè, ‘This is not America‘ di Pat Metheny dal film Il Gioco del Falco (1984), ed ‘It Might Be You‘ dal film Tootsie – in cui ricordiamo tutti la bruttezza ineguagliabile di Dustin Hoffman travestito da donna – niente vocalizzi, ma solo Petra Haden che canta su di un pianoforte jazz o su una chitarra elettrica.
Poi qualche brano finalmente non celebre, come ‘My Body Guard‘, da un film del 1980 con Matt Dillon, e ‘Pascal’s Waltz‘ dalla commedia americana Big Night (1996) ed in coda la musica più moderna della scaletta: The Social Network, musica da premio oscar composta da Trent Reznor per il bel film di David Fincher del 2010.
Petra Goes to the Movies è un lavoro piacevole e leggero malgrado di indubbio spessore artistico, con la partecipazione del resto di Brad Mehldau (pianoforte), Charlie Haden (contrabasso) e Bill Frisell (chitarra), frutto poi sia di impegno vocale ed armonico sia di millimetrico arrangiamento, e tuttavia leggermente troppo lungo per uno stile vocale che per quanto di grande valore artigianale dopo mezz’ora ne fa dimenticare all’ascoltatore la straordinarietà, e poi paradossalmente il disco rimane un po’ imbalsamato dai troppi clamorosi classici infilati l’uno dietro l’altro; così probabilmente il disco – il cui ascolto è consigliato a chiunque – non è destinato a farsi ascoltare a lungo.
autore: Fausto Turi