Elettrificazioni sonore e visive da fascinazione contemporanea.
Così si è celebrata, come in un messale post-industriale, la giornata mondiale della poesia, degnamente rappresenta al Museo Madre dalla performance “Rapsodie Electrofisiche” a cura di Marco Messina, Loredana Antonelli, Sacha Ricci e Gianni Valentino.
Sin dall’apertura, che ha avuto il suo battesimo con “L’Acqua”, i tre “elementi”, musica, narrazione e immagini, hanno condotto i presenti in un immaginifico viaggio meta-mediale. Sul tappeto di ritmiche elettroniche di Messina, tanto rave, quanto industrial, noise e chill-out, si sono sviluppate le tessiture di Ricci, sospese tra aperture pianistiche jazz, minimalismo e “sintetizzazioni” kraut-prog, per una musica spezzata dalla voce “gigante” di Valentino che, con luce da lucciola, si è compostamente mossa tra libera poesia e breve narrazione, tanto di denuncia quanto ti genere, in lingua italiana (prevalentemente) e inglese, con richiami e omaggi (tra l’altro) alla Factory di Andy Warhol, ai Velvet Underground e al romanzo di Irvine Welsh fatto film da Danny Boyle.
Il tutto “illuminato” dalle sincronizzate visioni di pareidolie alla Rorschach dell’Antonelli che, come radiografie elettromagnetiche, hanno dato forma a idoli di giada, uteri, prismi e proiezioni di interferenze, ricreando atmosfere da immaginario futuro di decenni passati.
Autore: Marco Sica