di Ferzan Ozpetek, con Riccardo Scamarcio, Carolina Crescentini, Alessandro Preziosi, Elena Sofia Ricci, Ennio Fantastichini, Daniele Pecci, Ilaria Occhini, Lunetta Savino, Dario Bandiera
“Guarda che il mondo è pieno” assicura la commare del pater familias. Non vi dico di cosa. È un film di Ozpetek, quindi? Indovinato. Il conflitto è servito, classico e proibito: famiglia tradizionale del Sud “contro” figli omosessuali. Svolgimento: dopo il coming out del primo erede maschio (Alessandro Preziosi), l’altro tace (Riccardo Scamarcio) per evitare un secondo infarto al padre. E’ un dignitoso effetto dramma che si rigira di continuo nella pochade. E meno male: è proprio questo dosato alternarsi di poesia cruda e scenette da rivista (l’arrivo degli amici gay che cantano “Sorry i’m a lady”) a scansare lo psicodramma spinto (o la farsa) e concedere robustezza al film, scritto dal regista con la vecchia volpe Ivan Cotroneo.
Citazioni random: l’idea della fabbrichetta di famiglia in mano allo sprovveduto figlio che studia a Roma è già di Zanardi in “Non pensarci” (2008). Il piglio di Preziosi che “ammazza” moralmente il padre riporta ai “Vicerè” di Faenza (lì da babbo gli faceva il gattopardesco Buzzanca). Il giro di ballo finale e corale è spiccicato a quello del morettiano “La messa è finita” (Ritorneeerai, zàzàzà, lo so ritornerai…), coi personaggi – vivi e morti – in pista.
Comunque il patchwork nell’insieme regge, anche in virtù di attori, c’è da dire, in stato di grazia: puntare sulla coralità, come in questo caso, diventa un rischio fatale se fanti cavalli e re non girano. Le “mine” qui sono innescate a dovere: Ilaria Occhini, ottantenne tagliente e fiera, sembra Bette Davis. Ennio Fantastichini ringhia come un rottweiler (che avete capito? è un complimento); Scamarcio e Preziosi, pur patinati, comunque non si limitano al compitino. E incoroniamo Elena Sofia Ricci, finalmente lontana dal clichè cesarone: qui si muove cecata, zitella, alcolizzata e procace: meravigliosa, eduardiana. Anche Lecce ci mette lo zampino estetizzante, col suo barocco dorato.
Infine c’è Ozpetek che, buon per lui, resiste alle sirene. La tentazione in alcuni frangenti appare fortissima: Scamarcio/Tommaso poteva povianamente “trasformarsi” in latin lover etero per le sensuali malìe di Nicole Grimaudo. Invece no, solo una pazza idea, le cose vanno come devono andare.
Autore: Alessandro Chetta