Campionamenti, ricerca sonora, spunti interessanti, sperimentazione, così si potrebbe riassumere volendo, in poche parole, questo “particolare” Saloua di Erik Truffaz. Molte, forse troppe cose per un solo cd. Voci berbere campioni, basi dub, musica elettronica, chitarre distorte che rimandano ad una Marsiglia ipertecnologica del 2100, dove si ritrovano tutte le differenti culture che una città di mare può accogliere, in una condizione di ascolto che può essere soltanto quella del lasciarsi portare, dell’affidarsi col rischio di stordimento tipico del post-sbornia musicale.
Qualche brano decisamente interessante, come la delicata “Whispering” o l’irrequieta “Dubophone” o la poetica “Le Soleil d’Eline”. Nulla da dire sulle capacità musicali degli interpreti e, d’altro canto solo un artista molto sicuro di se, a mio giudizio, poteva tentare un simile esperimento musicale. Ma, per sua fortuna, sembra che la maturità espressiva di questo sorprendente musicista non sia stata raggiunta è sono certo, che la conclusione di questo suo personalissimo percorso di ricerca lo porterà a delle sonorità interessanti e degne di nota.
Lo attenderemo tutti molto fiduciosi, sperando che ciò che per ora si “annusa” soltanto tra le note di questi brani giunga a compimento, regalandoci frasi e note difficili da dimenticare.
Autore: Gilberto Florio