Àlia è la misteriosa e delicata creatura musicale di Alessandro Curcio, cantautore emergente che si affaccia sulla scena indie nostrana con Ària, un ep rilasciato in free download dalla piattaforma Bandcamp il 18 febbraio. Cinque episodi sonori che si muovono tra ascendenze letterarie e dettagli privati, in un clima crepuscolare dove è la misura a regolare voce e scelte sonore. Ària è un esperimento di fine eleganza frutto di una collaborazione speciale con il già noto Giuliano Dottori (cantautore milanese, chitarrista degli Amor Fou) per l’occasione in veste di produttore artistico.
La tua musica armonizza idee e sensazioni contrastanti e complementari come il vuoto e il pieno, il silenzio e il suono, la presenza e l’assenza. Si crea una sorta di magnetismo. Che ruolo hanno per te i silenzi e i vuoti nella scrittura e nell’ ascolto musicale?
Concepisco la musica come un fatto fondamentalmente privato. Questo perché ho scoperto la musica dal vivo relativamente tardi. Sono cresciuto ascoltando musica da solo nella cameretta ed ancora oggi vivo da solo. Anche se non più nella stessa cameretta. Per quanto riguarda la scrittura, le migliori idee mi vengono mentre guido e non imbraccio mai lo strumento se non ho almeno l’80% del testo completo.
Le canzoni sono caratterizzate da una scrittura delicata ed intensa al contempo, la musica non solo le fa respirare e risplendere ma costituisce anch’essa una scrittura altra di pari intensità. Come hai vissuto e sviluppato il legame tra suono e parola nel tuo progetto?
Sebbene le canzoni fossero strutturalmente complete, Giuliano Dottori ha contribuito al 50% alla scrittura dell’ep lavorando autonomamente e senza interferenze sul suono, sulle atmosfere che sono fondamentali in questo lavoro. C’è stato tantissimo silenzio in studio. Ma è stato un silenzio molto eloquente. Le canzoni sono il prodotto in egual misura dei silenzi miei e di Giuliano.
Nella prima ed ultima traccia dell’ep si evocano i poeti Celan ed Heym e l’elemento dell’acqua. Che valore e senso ha per te questo simbolo? E come si articola per te il legame tra musica e poesia?
Più che acqua direi che è il fiume l’elemento a fare da cardine. Io ho sempre vissuto nelle vicinanze di un fiume. Non potrei vivere altrove. Celan e Heym hanno avuto il loro destino scritto nel fiume così come tanti altri artisti. In un certo qual modo il fiume significa per me libertà. L’associazione fra musica e poesia si spiega nella volontà di limitare l’invadenza delle parole nella forma canzone. Scrivo sempre per riduzione di parole. Per lasciare spazio alla musica. E la poesia è riduzione di parola in favore del silenzio.
I tuoi testi e l’atmosfera a cui danno respiro sono percorsi da echi che giungono non solo dalla poesia, ma anche dalla letteratura. Come si intreccia alla tua musica la parola letteraria?
La mia scrittura nasce da cortocircuiti che scaturiscono appena affronto l’immaginario sfuocato di un poeta. Unisco la quotidianità alle visioni indefinite dei versi e rielaboro un mio pensiero. La prosa è troppo vincolante perché a volte la mole di parole impone una visione che è poco interessante per il mio sguardo. Ho montagne di libri abbandonati. Canetti diceva che bisogna avere più paura delle parole. Io aggiungo che bisogna imparare, di tanto in tanto, ad essere sintetici.
Tra i riferimenti espliciti, trova spazio Erri De Luca con la sua poetica. Qual è il punto di incontro tra i suoi testi e la tua musica? E cos’è per te la memoria?
Ciò che amo in Erri de Luca è come descrive il rapporto fra i protagonisti delle sue storie e la natura. Inoltre la forma essenziale della sua prosa che egli definisce “senza lieviti”. Natura e sintesi sono la chiave. La memoria è il più grande patrimonio che abbiamo. La sua perdita è la mia più grande paura. Da single senza grandi aspettative di accasamento, queste 5 canzoni sono un modo per dire a me stesso “ecco io sono stato qui”.
Erri è il singolo di lancio del tuo ep. Mi racconti i motivi di questa scelta?
Tecnicamente è il pezzo che si presta di più, più commerciale diciamo. Però è anche il pezzo che ha dato il via a tutto ed in cui compare Giuliano anche alla seconda voce quindi ha un valore affettivo particolare.
Più sottile in Eleonora il riferimento alla relazione tra D’Annunzio e la Duse. Cosa ti ha portato ad esprimere in musica quest’amore?
È la mia passione per il teatro. Inoltre le storie d’amore fra personaggi mitologici mi hanno sempre affascinato.
Hai scelto una condivisione totale e libera per il tuo progetto, la bellezza che schiude hai deciso di offrirla, letteralmente. L’ep Ària sarà infatti scaricabile gratuitamente dalla piattaforma Bandcamp a partire dal 15 Febbraio 2013. Cosa ti ha portato a questa scelta? Quanto esprime un carattere del tuo percorso e della tua idea di arte, di musica?
La musica gratis non deve essere il futuro della musica tout court. La mia è una scelta personale che non riesco nemmeno a motivare fino in fondo. Volevo velocizzare il processo perché mi interessa che il messaggio arrivi subito e senza filtri. Detto questo, io sono uno di quelli che ama ancora rompersi le unghie cercando di capire come rimuovere la plastica da un cd sigillato.
Scegliendo per Ària la modalità di diffusione gratuita scegli anche la rete come spazio di condivisione e incontro. Che ruolo ha e può avere il web nella vita della musica secondo te?
La rete permette di conoscere rapidamente nuova musica e di farsi conoscere. Io però sono un pigro e a differenza di diversi conoscenti che setacciano la rete alla ricerca della next big thing, continuo a credere che la buona musica in qualche modo venga a prenderti prima o poi. Per quanto riguarda invece il fatto che la rete offra a tutti, con pochi mezzi, l’opportunità di proporsi generando una sorta di overbooking di proposte penso che la situazione contraria libererebbe di certo il campo ma lascerebbe tanti talenti nell’anonimato.
Ària riluce della sua natura di dono, ma è anche un lavoro pervaso dalla ricchezza dell’incontro. Il trovarsi per te e Giuliano Dottori, qui alla produzione artistica, cosa ha rappresentato per il tuo progetto?
L’essenza di questo progetto sta proprio nel lavoro a due. Ho voluto fortemente Ària perché Giuliano ha accettato di farmi questo regalo. Non sarei andato da altri. Per me aver fatto questo ep con uno dei cantautori che più stimo è già un successo ed un piccolo sogno che si realizza. Tutto quello che viene dopo, come questa intervista, sono soddisfazioni in più.
autore: Valentina Di Cecco