Nuovi capitoli per la saga degli amici del deserto confinati nel Rancho De La Luna (Joshua Tree National Park, California del sud).
Con mr. Homme stavolta sono della partita Les Claypool (Primus), Billy Gibbons (ZZ Top), Matt Sweeney (Chavez, Zwan), Jake Shears (Scissor Sisters), Matt Berry, Mike Kerr (Royal Blood), Carla Azar (Autolux, Jack White), Stella Mozgawa (Warpaint), Libby Grace e Töôrnst Hülpft.
Chiuse le presentazioni, del ‘buen retiro’ periodico di Josh Homme se non tutto sappiamo, molto possiamo immaginare.
Siamo onesti: quel che scaturisce da queste session non è certo indispensabile, ma suona bene e c’è sempre una certa magia nel mettere insieme artisti così diversi.
L’aspetto singolare è semmai come l’operazione vada in netta controtendenza con un mercato discografico sempre più interessato a ingegneri nella costruzione di successi.
Fare gli anarchici del mainstream con quei cognomi da rockstar è poi certamente molto più facile, ma che siate circondati o meno da fottute yucca alte tre metri e yerba alternativamente buena, è l’esempio quel che conta; la via maestra vi è stata indicata: trovatevi il vostro cazzo di resort e create!
E’ in questo clima che il settantenne Billy Gibbons da voce ad un blues come se fossero gli Algiers out on a weekend (Move Together) e che una talentuosa sconosciuta (Libby Grace) si trasforma in una rodata songwriter (If You Run), che ci si siede intorno al fuoco per farsi ipnotizzare dalle alchimie acustiche di Far East for the Trees (Alain Johannes ha lasciato un segno nelle session passate) o che si strabuzza gli occhi per la stramba chimica pop alla Half Japanese di Chic Tweez.
Tutto il resto è robot rock che – fenomenologicamente, converrete – è il nuovo bubble pop.
autore: A.Giulio Magliulo