autore: A. Giulio Magliulo
Il giro è di quelli che contano: Sanremo Music Awards, Best Wave Band toscana al Wave Love Festival 2011 con tanto di apertura per Lou Reed e Verdena, recensioni sui più importanti quotidiani nazionali e così via: non male per una band che si è formata solo nel 2010 – anche se William Cavalzani (voce e basso), Daniele Ceni (chitarra), Riccardo Santi (batteria) e Francesco Santi (tastiere) provengono tutti da esperienze precedenti – nonostante i sintomi irreversibili da febbre ottantiana a partire fin dal nome (googlate e troverete).
I Venkmans dispensano frizzanti momenti di edonismo reganiano in salsa dance electrorock adatti a quei venerdì sera in cui dopo il terzo giro o si è perfettamente integrati con il fighettume locale se si è fortemente motivati o si cade in uno stato catatonico con inspiegabili pulsioni aggressive se solo due ore prima si è tolta la t-shirt dei Neurosis.
Stiamo parlando di quel qualcosa di invisibile che striscia sulla pista appiccicosa del dancefloor e avvolge come un blob; è una melassa aggrovigliante di potenziali hit istantanei all’insegna del ‘fun fun fun’. Inevitabili si alternano antemici grooves alla Killers al funk da new-wavers dei Franz Ferdinand, i colpi d’anca degli LCD Soundsystem alla malizia plastificata degli Hot Chip, le ambiguità ‘disco’ alla Paul Kings e Dead Or Alive alla chimica esplosiva ed esagitata dei Planet Funk. E se avessi dimenticato i Depeche Mode..beh, metteteli pure in lista perché ci sono anche loro con tutto il bagaglio new-romantic duraniano.
Quando poi i Venkmans vogliono aprire finestre su altri targets di pubblico allora alla bravura si aggiunge una certa qual dose di ruffianeria. Magari lo fanno inconsapevolmente, magari è perché le note son solo sette (e non mi riferisco solo a certe tastiere vicine agli M83 poiché anche i francesi son revivalisti), ma vorrei che sentiste Just Follow Me e subito dopo Jesus Died In Las vegas degli Spiritual Front, band sì lontana dalla proposta dei fiorentini ma molto vicina in quanto a piacioneria di eredità eighties, per stupirci insieme di quanto queste due tracce possano essere assimilabili.
Sì, i Venkmans fanno tutto quello che avete letto, nulla di male, per carità, anzi..sai l’invidia da parte di tutte quelle bands veramente indie ed underground tanto incensate dai bloggers veramente indie ed underground tanto denigrati dai giornalisti di testate veramente mainstream che incensano i The Venkmans?