KALEIDOSCOPE FESTIVAL|06 è una produzione We Share.
col patrocinio di: Comune di Napoli – Assessorato al turismo ed ai grandi eventi
“Kaleidoscope Festival”, giunto alla sesta edizione, si è affermato grazie ad un programma di assoluta qualità, come uno degli eventi più attesi in città dagli appassionati di musica elettronica e linguaggi sonori “di ricerca” in generale.
Già dalla sua prima edizione la manifestazione persegue l’obiettivo di promuovere e divulgare forme artistiche contemporanee, con particolare attenzione ai linguaggi della musica elettronica, e proporre dei momenti di riflessione sul rapporto – sempre più stretto e complementare – tra sviluppo tecnologico e creatività.
Altra caratteristica del cast, messo grazia alla direzione artistica di Freakout, è il parallelismo tra il passato e il presente della musica elettronica: un approfondimento costante con un confronto sul palco tra generazioni diverse che in questo ambito hanno generato l’Avanguardia Musicale mondiale.
Infine, altro aspetto importante, è la necessaria consapevolezza (da parte del festival) di proporre; dandogli spazio concreto e massima visibilità nazionale, giovani musicisti di elettronica che a Napoli e dintorni alimentano da oltre un decennio la cultura popolare di Napoli.
Nelle sue precedenti edizioni, il festival ha ospitato alcuni degli artisti più importanti della scena elettronica mondiale, formazioni di tendenza, musicisti di culto e giovani band tra le più interessanti della scena indipendente nazionale ed internazionale.
Tra gli artisti ospiti del festival ricordiamo: Matmos, Cluster, Apparat, Schneider TM, Pole, Barbara Morgenstern, Zeena Parkins, Giardini Di Mirò, Shameboy, Barbara Preisinger, Retina.it, Meg, John Parish, Nicola Conte, Junior Boys, Autokratz, Crimea X, Useless Wooden Toys, Plastic Penguin, Franze&Shape, Raiz e tanti altri.
La scelta della location è stata determinata dal desiderio di sperimentare anche in Campania ciò che nel resto d’Europa è una realtà ormai consolidata: portare la musica contemporanea ed elettronica in spazi “inusuali” o comunque non nati con questa finalità.
Proporre il festival all’interno del Castel Sant’Elmo (sito in via Tito Angelini, 22 – www.polomusealenapoli.beniculturali.it/museo_se/museo_se.html) ha, inoltre, una forte valenza simbolica: forme d’espressione artistiche postmoderne possono in questo modo incontrare luoghi storici di risaputa importanza, creando così un suggestivo ponte tra passato e futuro.
Programma sesta edizione.
martedi 28 dicembre
Gudrun Gut feat. Lillevan (ex Rechenzentrum) (Germania) www.myspace.com/ggut / www.myspace.com/lillevan
Hauscka (Germania) www.myspace.com/hauschka
Climnoizer (Italia) www.myspace.com/climnoizer
Fucksia (Italia) www.myspace.com/fucksia
Melke (Italia) www.myspace.com/melkemusik
mercoledi 29 dicembre
Bomb The Bass (U.K.) www.myspace.com/bombthebass
Oval (Germania) www.oval.bandcamp.com
Dakota Days (Germania/Italia) www.myspace.com/dakotadaysband
Newyork newyork (Italia) – www.myspace.com/newyorknewyorkmusic
Mutech (Italia) www.mutechdesign.it
Prezzi biglietti:
ingresso: 1 giorno -12euro / 2 giorni – 18euro
prevendite abituali – circuito go2.it
apertura porte: ore 20.00
inizio concerti: ore 20.30
info: kl@wesharegroup.it / kaleidoscopefestival@gmail.com / www.myspace.com/festivalkaleidoscope
Info sugli artisti.
Gudrun Gut feat. Lillevan (ex Rechenzentrum)
Progetto audio-video di due tra i più illustri esponenti della musica elettronica tedesca contemporanea, Gudrun Gut (già nella primissima formazione degli Einstürzende Neubauten, fondatrice di band seminali come le Malaria! ed etichette di culto come la Monika Enterprise) e Lillevan dei Rechenzentrum, una delle più brillanti realtà artistiche del genere.
Hauscka è l’alias del pianista e compositore Volker Bertelmann da Düsseldorf.
Il terzo album in studio (nel mezzo anche l’EP Snowflakes) è un ambizioso passo in avanti rispetto ai due già ottimi (ed acclamati) lavori precedenti. Con l’uso non convenzionale del suo piano, chiamato appunto ‘piano preparato’, Bertelmann ha introdotto la possibilità di ottenere una gamma più vasta di suoni grazie all’intervento sulle corde e sui martelletti delle strumento con tutta una serie di oggetti impensabili (palline da ping-pong, tappi di bottiglia, corde per chitarre…). Allontanatosi leggermente, in questa occasione, dai suoni e dallo stile che egli stesso aveva studiato negli anni con il piano ‘preparato’, Hauschka estende notevolmente le sue visioni musicali ridisegnando la sua musica per quella che potrebbe essere una vera e proprio orchestra. Nove delle dodici tracce che compongono il disco vedono infatti affiancarsi al piano di Bertelmann, una sezione d’archi di dodici elementi e da un ensemble di strumenti a fiato della Magik*Magik Orchestra di San Francisco. Dinamico, ricco di personalità e colore, il nuovo “Foreign Landscapes” conserva il tratto distintivo dell’autore e conduce l’ascoltatore attraverso una meravigliosa collezione di brani perfettamente bilanciati fra delicate trame pianistiche ed un robusto minimalismo. A tratti particolarmente oscuro ed intimista, in altri momenti più passionale e briosa, la corposa strumentazione dell’ensemble permette ad Hauschka di trasportare il suo eclettismo ad un livello superiore. Con “Foreign Landscapes” , Hauschka è alla ricerca, trovandolo, di un nuovo pianeta musicale.
Climnoizer
Luca Canciello (aka Climnoizer) è un produttore, musicista polistrumentista (electric guitar, synthguitar, ashbory silicon bass, keys & synths) e sound designer napoletano che vive a Berlino.
Nella sua musica fonde insieme una formazione classica (chitarra e composizione) con un background rock e la passione per il jazzrock, il funk, il noise e tutto ciò che comprende la ricerca sonora, lavorando da anni nella scena underground.
Collabora ed incide come chitarrista e dubmaster, con rilevanti bands ed artisti della scena nazionale, quali: Peppe Barra, Almamegretta, e con artisti internazionali, come supporter, tra cui Brian Auger and The New Oblivion Express ed i Simple Minds.
Compositore ed arrangiatore collabora con diverse compagnie di teatro e di danza come: TanztHaus NRW (Duesseldorf, DE), Attakkalari Centre for Movement Arts (Bangalore, India) e con istituzioni artistiche internazionali quali la Haus der Kulturen der Welt di Berlino, lavorando insieme all’artista Barbara Morgenstern ed il Chor der Kulturen der Welt, il Coro delle Culture del Mondo.
Come sound designer lavora alla sonorizzazione delle istallazioni artistiche multimediali della Reggia di Caserta e dei Giardini Reali (2003/2009), dei siti archeologici delle Terme Romane di Baia (2007/08), degli Scavi di Pompei (2008/10), del Carcere Mamertino ai Fori Imperiali di Roma (2010), e compone musiche originali e sound design per la mostra della Biblioteca Vaticana in Roma (2010), la più prestigiosa biblioteca esistente.
Ha lavorato inoltre ad istallazioni sonore per marchi come Philips (Philips Lighting Building in Eindhoven) e Prada.
Climnoizer è il suo progetto solista.
In esso fonde assieme tutte le sue influenze musicali, suonando differenti strumenti, come chitarra elettrica, synthguitar, ashbory silicon bass, piani elettrici vintage e sintetizzatori, manipolando suoni e programmando beats, scrivendone meticolosamente le strutture ritmiche, al fine di dare un feeling umano al fondamento elettronico della sua musica.
Il risultato finale è un sound estremamente elettronico, sporcato con colori funk, rock e jazzrock.
Alcuni dei suoi lavori sono usciti su etichette discografiche, quali: Clinical Archives (RU), Brumtone rec.(DE/DK), e Neo Ouija rec.(DE), etichetta su cui nel 2010, è uscito il suo album The Elektronik Soft Hearth of My Teknomodal Poet.
Bomb The BassTim Simenon (nome d’arte Bomb the Bass) è un disc-jockey e produttore discografico inglese. Simenon è oggi un affermato produttore musicale, e ha lavorato con musicisti di fama internazionale quali i Depeche Mode, o i rapper Seal e Consolidated. Ha fondato ad Amsterdam, dove vive ora, una propria etichetta musicale chiamata “Electric Tones”, e continua il suo lavoro di produttore alternando il nome di Bomb the Bass e Flow Creator. Simenon ha cominciato la sua carriera musicale negli anni ottanta lavorando come DJ al Wag’s Club di Londra. È stato uno dei pionieri della musica dance elettronica di un certo tipo (quella che ricampiona i pezzi funk del passato), facendo largo uso di campionatori. Uno dei primi lavori di rilievo è stata la colonna sonora introduttiva del videogioco per Amiga Xenon 2 Megablast (1989), per cui fu utilizzato il brano Megablast (disco che aveva inciso un anno prima). È diventato famoso quando ha pubblicato Into the dragon (1987), sull’onda del successo del singolo internazionale Beat Dis: una miscela di campioni remixati in stile hip-hop-funk contenente anche tracce da “Il buono, il brutto, il cattivo” e dalla serie televisiva “Thunderbirds”. Simenon lavorava come magazziniere in un supermercato quando realizzò il disco, che venne inizialmente pubblicato da Mister-Ron spacciandolo per una produzione americana importata da New York: ripubblicato da Rhythm King Records raggiunse subito il numero 2 nelle classifiche dei singoli inglesi (era già arrivato al primo posto della classifica dance americana di billboard), e la sua immagine di copertina influenzò per molto tempo l’iconografia dell’ambiente rave e acid house. Dall’album Into the Dragon vennero tratti altri tre singoli. Intanto Simenon instaurò collaborazioni col musicista John Foxx sotto il marchio Nation 12, lavorò a colonne sonore e al progetto, fallito, per il lancio nel mondo del pop della modella Naomi Campbell. Alla fine degli anni 1980 produsse Buffalo Stance di Neneh Cherry, che raggiunse il terzo posto nella classifica inglese dei singoli e il numero 1 nella classifica R&B americana. Dopo questi successi ricominciò a lavorare su suoni innovativi, arrivando a diventare un pioniere del trip hop. In seguito a queste sperimentazioni, nel 1991 ha pubblicato l’LP Unknown Territory, uscito con grande ritardo a causa del rifiuto dei Pink Floyd di concedere i diritti di utilizzo del brano Money. Il disco conteneva ancora una vasta selezione di campioni da film culto dell’epoca. Nel 1995 ha pubblicato Clear, un album dai suoni più maturi e comprendente anche partecipazioni importanti come quella di Sinéad O’Connor, del rapper Justin Warfield o dello scrittore Will Self. Ogni brano vanta la partecipazione di un particolare vocalist che sottolinea lo stile musicale con le proprie tonalità. Nel 2001 è stato pubblicato un nuovo album sotto nome Bomb the Bass, intitolato Clear cut. Un quinto album è stato registrato con Geoff Smith col nome di Frozen Flames; completato nel luglio 2005. L’ultimo lavoro di Tim Simenon/Bomb the Bass risale a marzo 2010 dal titolo Back to Light per la celeberrima etichetta tedesca !K7.
Oval
Oval aka Markus Popp è il profeta della musica glitch, ha creato un peculiare universo sonoro, musica dotata di vita propria, il cui esecutore è responsabile solo delle condizioni di partenza del suono, ci troviamo di fronte a manipolazioni sonore complesse, come l’utilizzo di CD appositamente graffiati che riescono addirittura a costruire dei pattern ritmici quasi ballabili. Musica fatta di cicli e condizioni che trova una via di espressione nella ripetitività. È questa l”essenza del glitch, trovare il ritmo e l”imprevedibilità propria del miglior Jazz negli errori delle macchine. Una musica subdola ma di progressivo coinvolgimento e di affascinante raffinatezza, che dietro l’apparente disincanto nasconde una desolata poesia.
O (Thrill Jockey/2010) è l’ultimo – e decimo – capolavoro di musica glitch-noise che il compositore tedesco ha pubblicato in versione doppio cd. Oval è il progetto del berlinese Markus Popp, inizialmente coadiuvato da Frank Metzger e Sebastian Oschatz. Popp riparte dagli esperimenti di Neu e Faust, in particolare dalle manipolazioni in studio di materiale acustico. Ha dalla sua una tecnologia ben più avanzata e il revival della musica ambientale. Popp è anche coautore con Jan Werner (Mouse On Mars) del progetto Microstoria; mentre il side-project di So (Thrill Jockey, 2003) reinventa la glitch giustapponendo rumorosi paesaggi sonori minimali alla cantante Eriko Toyada, eterea e ansimante.
Dakota Days è un duo formato da Ronald Lippok (To Rococo Rot, Tarwater, Whitetree) e Al Fabris (che ha collaborato con diversi artisti, tra cui Pacifico, Ludovico Einaudi e Blonde Redhead). Un incontro che sfocia in un album dal sound spontaneo, intimo, che spazia dal prog rock al post punk, dalla psichedelia alla new wave. Il nome rievoca il Dakota Building, il celebre palazzo dove venne assassinato John Lennon. Partecipano al progetto anche Dodo Nkishi (Mouse on Mars), Andrea Rabuffetti (Blend, produttore di Edda ex Ritmo Tribale).
Galeotto fu un tour al seguito di Ludovico Einaudi. Ronald Lippok e Alberto Fabris si sono incontrati tre anni fa durante la tranche tedesca dei concerti legati all’album di Einaudi “Divenire”. Un incontro non del tutto casuale – il berlinese impreziosiva il minalismo pianistico di Einaudi con le percussioni, mentre il secondo si occupava dell’elettronica, -, da cui è nata una proficua collaborazione che si è in seguito tradotta in un duo ribattezzato Dakota Days, artefice di una brillante (ed omonima) opera prima registrata in tre diverse session di una settimana ciascuna a cavallo tra il 2008 e gli inizi del 2009 presso il Marmite studio di Fabris, sul lago di Varese. In tutto una dozzina di brani eterogenei per visioni ed atmosfere che, pur riflettendo passioni e ascolti estremamente variegati e per certi versi antitetici (dalla psichedelia e il prog rock anni 70 ai Public Image Limited; dai Fleetwood Mac alla new wave), sono espressione di un sound spontaneo, intimo e alto tasso di improvvisazione, punto di incontro tra sperimentazione e intuizioni melodiche, talvolta anche gioiose.
Fucksia
Fucksia, l’artista un tempo noto come Luca Marino, nasce vive e cresce (“dentro”, giacché la statura lascia un po’ a desiderare) nella ridente città di Scafati. Si affaccia nell’articolato mondo della musica fin dall’adolescenza trovando nelle corde della chitarra il suo feeling quotidiano.
Nel 2003 entra a far parte del progetto El-Ghor, band che in circa sei anni si è affermata sulla scena post rock partenopea, e non solo. Fucksia crea, editando suoni dell’ambiente circostante, atmosfere musicali che lui stesso ama definire semplicemente dolci. Una musica che attenua e placa, che accompagna. Si diverte a spaziare fra laptop ed immagini riuscendo così ad interessare la Muertepop netlabel per la quale nel marzo 2009 pubblica un album dal titolo Photophobie, scaricabile direttamente online ed a disposizione del pubblico del web. Fucksia, dunque, si propone oggi come un mix di stile dall’impatto aggressivo ed allo stesso tempo rilassante.
Melke Melke, aka Enzo Lanza, giovanissimo scopre la magia della musica elettronica ispirandosi agli artisti della Morr Music e della Hellcat per poi avvicinanrsi al glitch pop tedesco. Un pizzico di cultura e voglia di conoscere gli permettono di “sbariare” fra laptop e suoni reali fino ad editarli e metterli in musica: dopo un attento lavoro esce la sua prima demo dal titolo omonimo: “Melke”. Le prime serate in stile IDM, i primi passi e già nel 2007 si accorgono di lui a Roma: si esibisce al BlueRoom, uno dei locali più noti della Capitale dove prima di Enzo si sono esibiti artisti del calibro dei Retina.it e degli Ether. Parallelamente al progetto solista, nel 2007 Melke intraprende una collaborazione con Giuliano Orlando, aka Maegen und Craft, dando vita la progetto Natage. La ritmica di Maegen und Craft si lega alla melodia indie creata da Melke dando un senso di serenità e tepore che avvolge il pubblico. Nel settembre 2007 si interessa a lui la Minuta Records di Lugano. I tempi sono maturi per il suo album che esce nell’autunno 2007: l’EP dal titolo “Evil house, evil days” è acquistabile on line e inoltre reperibile presso distributori digitali del calibro di beat port, juno e iTunes. L’Ep vuole essere un sincero omaggio a Kim Hiorthoy, dj tedesco a cui è dedicato l’intero lavoro di Melke.
Newyork newyork
I giovanissimi napoletani Newyorknewyork sono Christian Colamonici e Vincenzo Valletta.
Il sound che propongono è un collage di musica electro, tagliata e cucita in modo da generare suoni per bambini, da rave, per la Walt Disney, da strada, musica concreta, psichedelica, natalizia, amatoriale, pornografica, narrativa, antologica, ma anche per teatro, da chiesa, da camera, ma soprattutto no-sense, mista a improvvisazione e colonna sonora dell’ovvio.
Curiosi?
Mutech
“I need darkness” è il novo progetto audio-video di Mutech (Giuseppe Guariniello). Immagini altamente simboliche emergono dall’oscurità e si fondono con le frequenze più cupe dell’elettronica e del dubstep.
Autore: red.
www.myspace.com/festivalkaleidoscope