Non c’è che dire: Edda ha tracciato la strada del nuovo cantautorato italiano. Biasciato, irriverente, imprevedibile, sarcastico, pop, intimo, malinconico ed estroverso, tutto questo, e non solo, è Edda. Da quando nel 2009 è tornato sulle scena, dopo la lunga pausa durata quattordici anni, dopo aver chiuso l’esperienza con i seminali Ritmo Tribale, ha sempre prodotto dischi sbilenchi ma sempre carichi della sua intimità, sbattuta in faccia agli ascoltatori nelle modalità più variegate.
Se i suoi brani possono non avere sempre un impatto piacevole sicuramente delineano una libertà espressiva che se ne frega allegramente delle regole del mercato dell’intrattenimento. Edda è così, prendere o lasciare, libero e radicale.
A produrre questo sesto album solista dal titolo “Illusion” c’è la sapiente mano di Gianni Maroccolo con cui Edda aveva condiviso nel 2020 “Noio; volevam suonar”. L’Ex bassista dei Litfiba-CSI-PGR si mette a disposizione di Edda, curando gli arrangiamenti in modo certosino e con molta cura, per cui se a “Signorina buonasera” viene data una veste quasi jazz-ambient, alla freakanoniana “L’ignoranza” la tastierina pop di Antonio Aiazzi (altro ex Litfiba) introduce un brano musicalmente in evoluzione, incostante e autorefernziale, ma che intriga perché incuriosisce dove Edda vuole andare e quali picchi creativi e imprevedibili vuole raggiungere. In “Alibaba” si lascia andare a deliri su omosessualità e famiglie malate con una base pop molto delicata che fa da contraltare al rock no sense di “Carlo Magno”. Con questo lavoro Edda torna più convincente e determinato rispetto all’incerto album “Fru fru”.
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autore: Vittorio Lannutti