“Just Another Band From L.A.”, ironizzavano i The Mothers of Invention, “L.A. Woman”, congedavano i Doors, e Los Angeles battezzava la carriera discografica di un gruppo generazionale alla Douglas Coupland.
Sono passati quarant’anni da quel fulminate LP d’esordio (prodotto da Ray Manzarek e contenete una rivisitazione di “Soul Kitchen”), e con la fresca incoscienza della maturità, gli X hanno dato alle stampe “ALPHABETLAND” (Fat Possum), un omogenizzato frullato capace di comprimere, in 27 minuti, la più sana rabbia punk, quella però intrisa di nichilismo, grondante di melodia e, quali figli diseredati da un patrigno USA, forte di richiami alle tradizione rock ‘n’ roll, rockabilly, country e il blues.
“ALPHABETLAND”, che vede protagonista la formazione originaria, con John Doe, Christine “Exene” Cervenka, Billy Zoom e Don Bonebrake, oltre alla partecipazione dell’ex Doors, Robby Krieger (chitarra in All the Time in the World e di Rob Schnapf, anche egli alla chitarra oltre che alla produzione, sin dal brano eponimo d’apertura la voce di Exene, nei cambi melodici, e il ritmo dà il peso di quanto la su caratura sia senza tempo, nella codificazione di linguaggi musicali evergreen (su tutte il solo di chitarra di Water & Wine, perfetto per un remake punk ‘n’ roll di Marty McFly che suona Chuck Berry), miscellanea che nelle deviazioni funk-post punk di “Cyrano DeBerger’s Back” e nei soliloqui da art club di “All the Time in the World”, trova la perfetta eccezione di un’esatta regola.
“ALPHABETLAND” certifica come il “Punk” suonato oltre … sia sempre vivo e d’attualità.
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autore: Marco Sica