Questo trio austriaco, di Linz, ha fatto il grande salto intercontinentale andando a registrare quest’ ultimo lavoro all’Electrical Audio di Steve Albini, in quel di Chicago. Miscelando post punk, e post rock il trio ci regala undici brani impeccabili, destrutturati e spezzettati seguendo la scia dei The Ex e dei Mission Of Burma. Aiutati in studio dai loro amici chicagoani Cougars, che aggiungono in alcuni brani parti di sax e tromba, i Valina non sbagliano un colpo. Rari i momenti in cui il loro rock è compatto e melodico (“Per sonare”), il più delle volte si dilettano a decostruire il loro suono con ripartenze e cambi di registro stilistico assortiti (“Idiom’s palace”, “Calendario”) e raggiungono il loro apice creativo in “Phantom of my longest day” che è una cavalcata noise densa di distorsioni con fraseggi di chitarra e basso infastiditi da una batteria costantemente in controtempo. In una fase musicale con poche innovazioni veramente interessanti, i Valina hanno saggiamente deciso di entrare definitivamente in un filone musicale consolidato che può ancora dare tanto agli amanti del genere.
Autore: Vittorio Lannutti