Uscito a quanto pare in via definitiva dai Bad Seeds di Nick Cave, Mick Harvey ha da poco dato alle stampe il suo sesto lavoro, un ambizioso concept sull’amore romantico e le sue conseguenze. “Four (Acts OF Love)” può essere considerato un esperimento rock di finissima fattura, perso tra romanticismo cupo e liquide ballate notturne che non rinunciano mai al predominante ruolo della sei corde.
Si tratta di quei dischi che si giocano le proprie carte sul sottile filo del manierismo elegante e della sostanza tirata a lucido per calde notti di sesso e vino. La risultante di tutte queste piccole derive, nel bene e nel male è un album che richiama certe suggestioni del primo Mark Lanegan, soffiandone la polvere della superficie e preferendo un approccio più sinuoso e distaccato.
Quasi tutte sotto i tre minuti di durata, le tracce sono divise in quattro atti che prendono ciascuno il nome di una cover in essi contenuta. In tal senso sono più che buone le riletture di “The Way Young Lovers Do” di Van Morrison, “Summertime in New York” di Exuma, “The Story Of Love” dei Saints e “Wild Hearts (Run Out Of Time) di Roy Orbson, mentre “Glorious” si fregia della collaborazione di Pj Harvey.
Un disco che mette molta carne a fuoco e che ci sentiamo di consigliare a tutti gli animi romantici alimentati dal sacro fuoco del rock.
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autore: Enrico Amendola