Il Tipo di Jesi è il nickname dietro cui si cela Tommaso Sampaolesi, che esordisce in solitaria ma che ha all’attivo già un disco con i .cora i quali nel 2009 pubblicarono “L’aria che respira ancora”. Samapaolesi si esprime ponendosi su un crinale tra il pop che deve molto da un lato alla scuola romana del gruppo Gazzè, Silvestri, Fabi ma anche al Bugo più scanzonato e biasciato; e il rock sospeso tra Neil Young e il grunge.
I nove brani di “Pranzo rock in via Trieste” sono strutturati su ballad elettroacustiche spesso intarsiate da un’elettronica volta a svolgere una funzione complementare al sound. I testi partono sempre da situazioni personali e affrontano prevalentemente tematiche inerenti a relazioni interpersonali e il legame al proprio territorio. Il modo scanzonato in cui procede “La canzone col piano”, mette d’accordo il Bugo malinconico e il Brunori Sas più ispirato da Lucio Dalla, mentre con il pop-rock aperto di “Caos a colazione” Samapolesi esprime rammarico e malinconia per tutti coloro che stanno andando via dalla sua Jesi.
Uno dei brani più intriganti è “Masturanzione” che ha un mood hip hop che evolve verso un rock caratterizzato da chitarre fragorose e da elementi di new wave e in “Mi piace quando piove e non c’è rifugio” si lascia andare ad una ballata soffice , quasi esistenzialista nella quale emergono tanto le insicurezze quanto la raggiunta consapevolezza delle evoluzioni della vita.
La title-track è una ballad pop-rock circolare e particolarmente pregnante, mentre il testo di “Tione, la nebbia, le montagne, tu” è il più intenso e quello che fornisce un’aura da ottimo cantautore pop-rock.
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autore: Vittorio Lannutti