Un po’ a sorpresa, meno di un anno dopo il loro secondo disco intitolato N.7, i bolognesi Melampus pubblicano un terzo lavoro in cui stemperano un po’ rispetto al passato l’acidità del suono, l’oppressione del ritmo e la malinconia dei toni, facendo emergere un nuovo interessante equilibrio tra le particolari buie atmosfere wave elettriche ed elettroniche stile Bauhaus – ad ogni modo presenti sempre, ed al massimmo grado in ‘Poor Devil‘ – ed un’eleganza sonora non barocca, lucidata o troppo estetica; ecco dunque la ricerca di un linguaggio personale, più sperimentale e meno teatrale, drammatico e malinconico dei tipici modelli anni 80, con 9 nuovi brani cantati al solito in lingua inglese da Francesca Pizzo con alcuni episodi – più di tutti ‘Second Soul‘, ‘Sun‘, ‘Simple Man‘ e ‘May your Movement‘ – che hanno peso specifico anche al di fuori del quadro complessivo del disco, in quanto canzoni dark pop dalla vocazione internazionale sul genere Soap&Skin, e bilanciano gli episodi più spettrali e destrutturati, importanti perché in grado di dare al disco uno spessore ed una suggestione complessiva maggiore.
Il cupo ed espressionista mantra intitolato ‘Night Laugh‘, con un suono elettrico carico di riverbero e distorsione, è tra i momenti più tesi del disco, e precede il lento e scandito incedere del dramma Bauhaus intitolato ‘Sun’, per poi lasciar spazio alla tenebrosa ed evanescente ‘Pale Blue Gemstone‘, carica di echi e riverberi, che lascia un segno emotivo profondo e fantasmatico alla chiusura del disco.
Il duo formato da Angelo Casarrubia e Francesca Pizzo si è scelto un nome mutuato dalla mitologia greca e persegue uno studio interessante su suoni ed echi, e sull’effetto percettivo da essi prodotto sull’ascoltatore; Hexagon Garden infatti ha un potente risvolto psichedelico, pur non essendo esattamente un lavoro dark e basta. Perfetti per un live in un ambiente intimo, raccolto, buio.
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autore: Fausto Turi