Ho dovuto mettere in discussione un po’ tutto con “Everybody knows it’s gonna happen only not tonight” per non rovinare la mia concezione di Morr Music (sì, per me è uno stile di vita).
I Go Find hanno voluto a tutti i costi partecipare alla seconda ondata indietronica, che ha visto negli ultimi anni importanti uscite discografiche dal fronte teutonico (a cominciare dal 2008, il timido ritorno dei Notwist e poi quest’anno l’album-rivincita dei Lali Puna “Our Inventions”), rinunciando però alla spontaneità e alla freschezza che uno ci si aspetta da una band come questa.
Così dietro le rassicuranti trame intrecciate di Dieter Sermeus, spesso rimane solo una manciata di canzoni prive di uno spessore valido e capace di resistere al logorio del tempo.
La malinconia si trascina durante tutta la durata dell’album, aggrappandosi a vani tentativi di creare riff martellanti ma di poco effetto.
La title track fa sperare in un piacevole e furbo lavoro che abbandona vagamente il downtempo lasciando spazio al fluire libero degli strumenti, ma in poche tracce ci si ritrova davanti all’ascolto di brani estremamente piatti che non riescono ad innalzarsi spesso a causa dell’instabile equilibrio di testi troppo naif e leggeri.
A tratti è quasi indiscreta la volontà da parte della Morr di abbandonare certi clichè troppo legati agli albori luminosi degli “zii” Notwist per lasciarsi andare a sonorità molto più “inglesi”, ma così facendo il sound dell’album si imbatte inevitabilmente in atmosfere già sentite sul fronte di Albione, tralasciando quel tratto caratterizzante che aveva fatto la storia dell’etichetta tedesca.
Rimangono comunque piccole perle scintillanti come “It’s Automatic”, “Common Love” e “Heart of Gold”, destinate a rimanere nel silenzio incommensurabile dell’ostinazione al cambiamento.
Non fa per voi, miei cari Go Find.
A volte è bello rimanere intrappolati nel clichè della nebbiosa canzone indietronica simil-Markus Acher.
Ma per quanto se ne possa discutere e ridiscutere, certe cose ci piacciono nella loro monotonia, e, arrivata all’ennesimo ascolto di “Everybody knows it’s gonna happen only not tonight” non si posso più nascondere l’affezione che nutro per quel sound che ci ha tanto conquistati quando eravamo ancora degli adolescenti confusi celato nell’ombra di pomposi giri di chitarra.
Un album che rimarrà in loop per mezzo pomeriggio, quel che basta per andare a cercare nei vecchi scatoloni “Neon Golden”.
Autore: Kei Alfano