Malcolm McLaren è morto l’8 aprile per un tumore che lo aveva colpito da tempo. Persona carismatica, agitatore artistico, ideologo del punk aveva 64 anni e aveva creato i Sex Pistols. Nato vicino Londra il 22 gennaio 1946 crebbe senza il padre, un ragazzo giovanissimo, che abbandonò lui e la madre quando aveva appena due anni. McLaren lasciò casa da adolescente e studiò in varie scuole d’arte dove scoprì il proprio talento di stilista. Cominciò a disegnare vestiti in coppia con Vivienne Westwood, la sua compagna dalla quale nel 1967 ebbe un figlio, Joseph. Insieme i due inaugureranno a King’s Road una boutique chiamata Let It Rock specializzata in moda hippie e rock. Nel 1972 McLaren sbarcò a New York per cercare nuovi stimoli nella moda e nella musica. Durante il suo soggiorno ebbe modo di incontrare i Television di Richard Hell e i New York Dolls, la band trasgressiva di Johnny Thunders e David Johansen che suonavano un rock sgangherato e oltraggioso, si truccavano da donne e indossavano magliette e jeans strappati. McLaren divenne il manager del gruppo e ne cambiò il look imponendo giacche di pelle rossa e simboli sovietici con lo slogan “Better Red than Dead”. Tuttavia l’avventura fu un fallimento a causa dei problemi di droga del gruppo. Tornato a Londra McLaren decise di portare con sé la visione dissacrante e trasgressiva di New York. Cambiò dapprima il nome del suo negozio in “Too Fast To Live Too Young To Die”, e poco dopo in “Sex”, cominciando a vendere abbigliamento sadomaso, jeans e t-shirt strappati. Il luogo divenne ben presto uno dei punti di riferimento della scena alternativa della città immersa in una delle più grosse crisi sociali della sua storia. Ed è proprio i quei locali che nel 1975 si formarono i Sex Pistols di cui divenne manager. Fu proprio McLaren infatti il catalizzatore del gruppo facendo incontrare Steve Jones e Paul Cook, che facevano parte degli The Strand, con Sid Vicious e John Lydon, conosciuto anche come Johnny Rotten (marcio). Quest’ultimo fu scelto da McLaren anche se non aveva mai cantato perché indossava camicie strappate e vestiti sado-maso acquistati da Vivienne Westwood. Steve Jones ha ricordato con queste parole l’incontro con Rotten: «Entrò con i capelli verdi. Pensai che aveva una faccia veramente interessante. Il suo look mi piacque. Aveva indosso una t-shirt con su scritto “Odio i Pink Floyd”. Johnny aveva qualcosa di speciale, ma quando parlò, capii che era un vero coglione>> Il look fu la mossa vincente: capelli multicolori, spille da balia infilate sul corpo, magliette e jeans stracciati. E poi la reinterpretazione furiosa e approssimativa degli stilemi del rock and roll: due, tre minuti di riff convulsi, fatti di due accordi su cui cantare il malessere di una generazione senza futuro. Era scoppiato il fenomeno del punk, uno scossone per la società inglese, e McLaren era stato una delle forze trainanti del movimento.
Il vero successo arriva nel 1977 con la pubblicazione, durante il giubileo della Regina Elisabetta, del singolo God Save the Queen. Il pezzo vietato dalla Bbc, conquistava i vertici delle classifiche. McLaren per pubblicizzarlo organizzò un concerto da tenere su una barca in navigazione lungo il Tamigi. La band avrebbe dovuto suonato davanti al palazzo del Parlamento, ma l’iniziativa fu bloccata dalla polizia e il manager arrestato… I Sex Pistols furono la bandiera di un’epoca ma sopravvissero un solo il tempo di un Album, l’epocale “Never Mind the Bollocks”. Partiti per la loro prima tournèe negli USA Johnny Rotten e compagni furono travolti dai problemi di droga di Sid Vicious dallo spirito dell’evento nato all’insegna della provocazione estrema. In pratica ogni sera i concerti si concludevano tra risse, insulti, tentativi di linciaggio del gruppo e così via.
Negli anni successivi McLaren continuò a lavorare sulla scena musicale gestendo altre formazioni e soprattutto producendo la storica versione punk di “My way” incisa da Sid Vicious, ma senza raggiungere l’impatto ottenuto dai Sex Pistols. Intraprese anche la carriera di musicista, portando al successo qualche brano di matrice pop e dance, ha realizzò un musical, programmi televisivi, scrisse libri e organizzò mostre, produsse un documentario di successo come “Fast food nation”. Nel 1980 fu protagonista del film di Julien Temple “The Great Rock ‘n’ Roll Swindle” nel quale raccontò il modo in cui era riuscito a creare dal nulla una delle band più importanti della storia del rock e come tutto ciò fosse stato per lui solamente una truffa. Johnny Lydon che coinvolse il suo manager in una lunga battaglia legale per lo sfruttamento delle royalty e dei diritti dei Sex Pistols, riservò alle due persone che avevano contribuito a fondare il punk queste parole: «Malcolm e Vivienne erano veramente degli imbroglioni. Avrebbero venduto qualsiasi cosa per guadagnare».
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Autore: Alfredo Amodeo
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