Se avete avuto la fortuna di imbattervi in uno dei suoi concerti, sapete bene quale energia è capace di sprigionare Langhorne Slim, con quale intensità interpreta le sue canzoni d’amore agrodolci. L’incredibile vitalità dei suoi concerti la ritroviamo tutta – per fortuna – nelle tracce del suo ultimo disco. C’è solo un po’ di sudore in meno e qualche strumento in più. Il ragazzo – nato a Philadelphia ma trasferitosi presto a New York in cerca di avventura – mescola folk ruspante e umori blues, sapori tradizionali (spunta fuori anche qualche richiamo al folk irlandese…come in “Spinning Compass“) e piglio quasi punk, sfodera ballate memorabili (“Colette“, stupenda!) e canzoni che sembrano tessere un filo invisibile tra il Bob Dylan più acido e i Velvet Underground (“Hello Sunshine“). Sa essere straziante e malinconico (“Diamonds and Gold“), subito dopo lanciarsi in graffianti rock’n’roll (“The Honeymoon“), per poi tornare sulle tracce di Dylan (questa volta quello acustico) in brani come “Oh Honey“, o accarezzare le nostre orecchie con la swingante “Worries” (piano da cafè d’altri tempi e batteria suonata con le spazzole…).
Bellissimo lavoro, a conferma di un talento prezioso. Speriamo solo che il disco sia più facile da reperire nei negozi, rispetto al precedente…
Autore: Daniele Lama