Non ho mai pensato che i Girls sarebbero finiti quando lo scorso giugno ne è stato annunciato lo scioglimento. Mi sono detta: peccato. Ma sotto sotto lo sapevo che sarebbe arrivato presto l’album da solista del signor Owens. E così è stato. Del resto la formazione della band non si è mai dichiarata amante della stabilità, a partire dall’album di esordio, e mi spiace un sacco per tutti gli altri membri, ma dire Girls o dire Owens, tutt’ora non comporta una sostanziale differenza. Questa è la maledizione che segue i personaggi molto carismatici: suonerai sempre per loro, mai con loro.
Nel debutto solista di Chris Owens lo scarto rispetto ai lavori precedenti sta semplicemente nel mood più riflessivo e intimista che si ritrova in Lysander, un concept album con cui l’ex leader dei Girls offre un riassunto delle puntate precedenti.
Si tratta della storia del primo tour della band, la prima volta che insieme lasciano San Francisco per suonare a New York e arrivare in un piccolo paesino sulla riviera francese. Nella prima parte del disco c’è un giovane e impaurito musicista con l’ansia del confronto con il pubblico, le insicurezze e gli entusiasmi che accompagnano le prime volte in cui si calca il palco. Poi c’è l’arrivo a New York (New York City), e la musica letteralmente cambia, il ritmo si fa dorato intrecciandosi al sax, procede veloce, pieno come la Grande Mela. La stessa energia si trova in Here we go again, che ricorda i pezzi più belli dei Girls degli esordi; in chiusura del brano il rumore di un aeroplano in volo racconta a chi ascolta che lo scenario sta per spostarsi in Europa.
Quello che succede all’arrivo in Riviera è una rivoluzione musicale (Riviera Rock), perché i colori e le immagini sono rese magistralmente da Owens con una cura sopraffina nella scelta dell’arrangiamento: accanto alle chitarre elettriche arriva la chitarra classica e il flauto, a cui è affidato anche il leitmotiv principale di tutto l’album, un motivo che si associa alla figura di una musa, Lysander, una ragazza francese con cui Owens avrebbe condiviso una sola notte, l’ultima del tour, prima di rientrare negli States.
Romantico, intimista e incosciente come l’amore, questo piccolo gioiello che l’ex leader dei Girls ci ha voluto regalare. E nell’ascoltare la traccia con cui Lysander si conclude, si aggiunge anche una pennellata di amara nostalgia. You were a part of me, such a great big part of me/Oh, you were a part of me, but that part of me is gone. Eri una parte di me, ma questa parte ora non c’è più. Qualcosa ci dice che non si riferisce solo della ragazza, quanto piuttosto alle ragazze, i Girls, una storia d’amore come tante altre. E come tante altre destinata a durare anche una volta conclusa.
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autore: Olga Campofreda