Sempre attratti dal rapporto umano/tecnologico, che poi è un tema importante, e molto presente nella musica e nella letteratura giovanile degli ultimi 30 anni – Radiohead, Subsonica, Nine Inch Nails, Toshio Matsumoto, Valerio Evangelisti, Blade Runner, William Gibson, Nathan Never… – i pugliesi Jolaurlo, da tempo di base a Bologna, giungono al terzo disco sull’onda di riconoscimenti e simpatie diffuse, non ultima la prestigiosa apparizione al Festival del Primo Maggio 2008.
La band, attualmente formata da Marzia Stano (voce, synth), Gianni Masci (chitarra elettrica, basso elettrico, programmazioni, octopad, voce), Rossella Pellegrini (basso elettrico, chitarra elettrica), Maurice Noah (sintetizzatore), French Brini (batteria), realizza un disco composto da 11 brani fedeli alla propria storia, sostanzialmente ancor più robusto nei suoni e veloce nei ritmi grazie ad una produzione di livello superiore rispetto al passato, e concludono tra l’altro il disco con una cover di ‘Annarella’ dei CCCP – Fedeli alla Linea, da un paio d’anni nel loro repertorio live.
Gli Jolaurlo riescono ad infilare in quest’album una serie di episodi rock ed electro molto coinvolgenti e finanche di presa commerciale – ‘Androide’, ‘Banale’, ‘Cinema’, ‘Polistirolo’ – sempre con i piedi nell’underground, con gli abituali forti riferimenti al repertorio dei Subsonica, particolarmente quelli del periodo Microchip Emozionale. E tuttavia c’è spazio anche per ‘Senza Paura’, che è uno dei brani più personali ed interessanti del loro repertorio, in cui gli Jolaurlo mettono in pratica la propria vocazione creativa più autentica in 5’30”, nonchè per i riferimenti agli anni 80, come in ‘Cinema’, per la verità più episodici rispetto ai dischi precedenti.
Marzia Stano canta del desiderio di diventare un androide, nell’illusione di affrancarsi da tormenti, desideri, debolezze umane e scelte difficili, e riesce ad essere credibile, in un contesto musicale di synth rock ad alto volume che accerchia e prova a stritolare la sua voce, del resto vigorosa come sempre; il risultato è dato da canzoni entusiasmanti, malgrado gli Jolaurlo troppo raramente tentino di smarcarsi dalla propria natura, con trovate nuove.
Autore: Fausto Turi