di Steve McQueen con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale
Presentato in concorso allo scorso Festival del cinema di Venezia, dove aveva riscosso un certo successo, ma poi passato chissà come mai in sordina, chi avrà la fortuna e anche un po’ il coraggio di vedere “Shame” lo ricorderà come uno dei migliori film di questo 2012. Va premesso che è difficile da seguire e anche abbastanza cruento in un certo senso (moltissime scene di sesso, masturbazione ma anche di violenza con parecchio sangue, infatti in Italia è VM 14), in certi momenti è un po’ lento, quasi teatrale ma ne vale davvero la pena.
Basti pensare che il protagonista, Michael Fassbender, proprio a Venezia si è aggiudicato la Coppa Volpi, il che è una vera garanzia. Nel film non c’è una vera e propria trama, nel senso che ruota tutto attorno al protagonista Brandon-Fassbender, un manager in carriera che però, a causa della sua dipendenza dal sesso, si è auto relegato ad una vita di solitudine, in quanto percepisce le donne come mero oggetto sessuale e a loro spesso arriva addirittura a preferire i film porno o le chat erotiche. A cambiare un po’ le carte in tavola arriva sua sorella minore Sissy, interpretata dalla giovane e bravissima Mulligan che nei ruoli di adolescente e post adolescente incompresa è davvero brava (ha dato un’ottima prova in “An Education”, da vedere assolutamente), aspirante cantante con parecchi fardelli alle spalle. Brandon cerca di allontanare anche Sissy ma lei tenta di suicidarsi e questo gesto finalmente lo riscuote, dandogli l’input che gli serve per cambiare finalmente vita.
Ottima anche la regia un po’ ansiogena di Steve McQueen (in caso ve lo stiate chiedendo, non ha nulla a che fare col noto attore scomparso negli anni Ottanta), che confeziona un film davvero di livello, riuscendo nella difficile impresa di raccontare l’ossessione nei confronti del sesso quasi con eleganza, senza mai scadere nel volgare e nel gratuito.
Autore: Veronica S. Valli