Soltanto pochi mesi fa abbiamo parlato di Thurston Moore a proposito dell’album dei Twilight, band black metal avanguardista di cui l’ex Sonic Youth ora sembra faccia parte, ed ecco che arriva anche il suo nuovo album solista a distanza di tre anni dall’apprezzatissimo Demolished Thoughts.
The Best Day, come si può immaginare, è un altro gran bell’album dai suoni tintinnanti ed asciutti, che in brani come Tape riesce a fondere le atmosfere più acustiche, riflessive e dilatate dell’opera precedente a tracce più concretamente rock, laddove per rock intendiamo esattamente quello dei Sonic Youth ed in questo più simile agli album meno velleitari e più diretti dell’ex-sodale Lee Ranaldo.
Quel mood teso, ‘so indie’, ‘so NewYork’, si respira fin dalle iniziali Speak To The Wild e Forevermore, ma nella traccia che dà il titolo al disco viene fuori anche una natura tutto sommato curiosa che legittima il chitarrista nei suoi excursus nei più differenti generi musicali, nella fattispecie una strana sorta di country che infioretta il riff portante, e l’assolo noiseggiante e la solita voce da slacker riescono a conviverci benissimo.
Vocabularies è la traccia più oscura del disco, tutta giocata in punta di plettro e perfino la voce di Thurston Moore assume dei colori diversi e a seguire la strumentale Grace Lake che accontenterà anche i più esigenti cultori della chitarra poco avvezzi all’underground.
C’è infine anche un’urgenza proto-punk che informa due brani, Detonation pervasa dallo spirito dei Wipers e Germs Burn, riff compresso, assolo crudo e melodiche dissonanze come se fossimo all’alba del quinquennio 75′-’80.
The Best Day è un disco immediato, che si ascolta con piacere più volte e senza intoppi, che rinuncia a sperimentalismi eccessivi e che pur senza far gridare al miracolo riesce nel suo piccolo a non farci sentire troppo la mancanza dei Sonic Youth.
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autore: A.Giulio Magliulo