Se vi gusta l’idea – oscillante tra Sade e Martufello – di cucinare a fuoco lento il lavoro di scenografi e grafici o, magari, di mortificare per sempre le scelte estetologiche dei direttori della fotografia, accomodatevi pure: i film “in diretta” sul videocellulare sono la vostra manna digitale.
Il gestore Hg3, inoltre, rappresenta a tutti gli effetti il vostro ente morale di riferimento. Eh sì, perché dopo “The Interpreter”, l’asso pigliatutto della telefonia ha messo gli occhi sulla geisha di Rob Marshall. E’ infatti “Memorie di una Geisha” il nuovo lungometraggio destinato alla visione su portatili della 3. E questo nonostante sia uscito da poco nelle sale. Un contratto, carta canta, vincolerebbe la Eagle (distributrice del film di Marshall), nella messa a disposizione di 25 opere del proprio listino a favore dei clienti del gestore Tre, ingolositi dall’idea di rimirare la donna d’Oriente in miniatura (tra i titoli del listino) solcare lo schermetto lcd del telefonino.
Gli esercenti delle sale cinematografiche, lanciano anatemi: “togliamo il film dalla programmazione” fanno sapere.
Anem e Anec, associazioni di categoria, annunciano azioni legali. Trascineranno il gestore davanti al giudice, perché “prima di 4 mesi un film non può essere guardato che al cinema”. Col rischio però – per le associazioni – di perdere di nuovo la vertenza, dopo che venerdì scorso un tribunale di Milano ha dato piena ragione a Dina Ravera, direttrice generale di Hg3.
Ad impasticciare la situazione contribuisce la stessa Eagle, che si è ricordata a scoppio ritardato di aver venduto la pelle dell’orso (i diritti di vendita wireless per il film di Marshall) senza averlo prima acciuffato. In pratica, la Tre ha acquistato da un soggetto non titolato a vendere. Truffa? Povera geisha: svilita, miniaturizzata e condannata pure al pagamento in solido delle spese processuali.
Autore: S. Ch.