Disco d’esordio per il quartetto strumentale psichedelico italiano Qagliostro, dall’approccio chitarristico piuttosto libero, originale e folle, che intercetta e celebra il garage psichedelico classico ed occasionalmente surf e texmex, ma anche le più moderne e concettuali atmosfere post rock spaziali dal taglio Mogwai (‘Dissolvenze’), con una tendenza al grandioso, suggestivo ed ipnotico affresco stoner.
Non date retta a chi magari dirà che il gruppo, all’esordio, appare indeciso tra le varie possibilità: quella dei Qagliostro è infatti un’esplorazione trasversale alla psichedelia, linguaggio declinabile in mille modi e aldilà delle epoche; ci sembra infatti da incoraggiare nel loro caso un eventuale ricorso ad uno spettro più ampio di strumenti, all’elettronica, e magari la prova della suite lunga, senz’altro nelle loro corde.
In Baden Baden abbiamo poco più di 32 minuti per 5 brani, che per un lavoro di questo tipo grossomodo è la giusta durata; e nei brani si passa attraverso uno spettro ampio di atmosfere, spesso accumulando tensione per poi dirigersi verso un repentino crescendo fino ad uno sviluppo maestoso nella parte centrale, con chitarre affilate e parti ritmiche possenti ed ordinate, tonalità sottilmente malinconiche e desolate che preparano successive puntuali irruenze.
Difficile scegliere tra i brani, che in effetti appaiono intercambiabili se non addirittura capitoli di un’unica grande composizione; ad ogni modo ‘Baden Baden’ e ‘Dissolvenze‘ sembrano esprimere e contenere un po’ tutte le sfaccettature dei Qagliostro, che sono: Davide Bonizzoni (chitarra), Valerio Giorgini (chitarra), Mario Campajola (basso) e Daniele Landi (batteria).
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autore: Fausto Turi