Il genovese Michele Bitossi, il Mezzala dell’ italico underground esce con il nuovo e secondo disco in solitaria, Irrequieto, ed è una specie di nuova via, ma sempre fitto e fresco pop collaudato, un piacevole gusto urbano che – sempre al centro di una originalità dalle infinite possibilità – ti si attacca addosso e ti fa compagnia per una giornata intera, il disco “badante” per le tue ore di vita quotidiana.
Tra un Gazzè Mi lascio trasportare, Sei l’unica ferita, Bersani Biodegradabile e lontani Seventies, la tracklist (dodici brani) è un fiume di note e parole, accarezzevole e radiofonica, frizzante e riflessiva, ricca di storie dentro/ fuori intimità e ricordo, in poche parole uno di questo prodotti “che diffondono suono” lasciando nell’aria il vizio saturo della piacevolezza al quadrato. L’artista ligure ( frontman dei Numero 6) non si risparmia, vola e cresce, allarga e restringe il suo campo d’azione estetico come un mantice in gran forma, snocciola brani e stilemi in un susseguirsi di scatti e atmosfere ad alta qualità dentro una scaletta che segna punti al nuovo cantautorato.
In rilievo un materiale sonico ben assemblato, arrangiato a mille e frutto di una attenta elaborazione di idee creative, storie e fumigazioni messe in fila per un coinvolgente pieno di stimoli e forme ridisegnate; le balere illuminate Ancora un po’ di bene, uno strampalato west-reggae shuffle mediterraneo Fino a Liverpool e una bella sorsata di verticali echi carribean Chissà ( in cui interviene Zibba) sono le quotazioni primarie per un disco smilzo e predisposto a consumare lettori stero e cuffiette per un bel pezzo.
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autore: Max Sannella