di Aureliano Amadei, con Carolina Crescentini, Vinicio Marchioni, Fabrice Scott
Di quella terribile esperienza a Nassirya Aureliano Amadei, unico sopravvissuto civile dell’eccidio, ricorda le scene come fossero fotogrammi; ovvio che – trovato il coraggio – prima o poi ne avrebbe ricavato un film. Deformazione professionale, probabilmente: Amadei a Nassirya era andato come aiuto regista di Stefano Rolla che girava li un documentario. Ma non fa in tempo a restare in terra irachena due giorni, che si ritrova nel bel mezzo dell’attentato alla base italiana nel quale persero la vita i nostri connazionali.
In quei giorni – giusto il tempo di fumare 20 sigarette, appunto, come recita il titolo– Amadei conosce il deserto, stringe amicizia coi militari che diverranno vittime, scampa la vita ma si procura ferite profondissime, fisiche e psicologiche.
Con lui seguiamo l’antefatto della partenza, le preghiere della mamma e degli amici che lo scongiurano di non partire, l’atterraggio nel deserto e, soprattutto, i terribili momenti dell’attentato, dieci minuti di puro terrore cinematografico raccontati in soggettiva, nonché il rimpatrio, tra le attenzioni oppressive dei familiari, della stampa e degli alti funzionari.
Amadei dà voce al dramma feroce della sua vita lontano dai cliché, senza incappare nella banale commozione, con grande onestà intellettuale e con la libertà di chi si può permettere di non usare né per le vittime, né per se stesso, il termine “eroe”. Preferisce invece definirsi un carnefice, ingranaggio dello stesso doloroso sistema creato dalla guerra, dove sono carnefici tutti: la politica, i militari, i morti, i giornalisti e i registi che la raccontano.
C’è parecchio uso della macchina a mano in questa pellicola che, in un’ora e trenta, mescola differenti generi e stili. La schizofrenia è la chiave per comprendere l’opera. Un film di vita più che un film di guerra; dalla tranquillità alle bombe, in un batter di ciglia. Oggi sei vivo, domani potresti non esserci per raccontarlo.
Vinicio Marchioni (R.I.S., Romanzo Criminale- la serie) dà il volto a Aureliano : menzione speciale per lui a Venezia per una interpretazione emotivamente sofferta. Carolina Crescentini veste, invece, i panni di Claudia, l’amica che diventerà poi la compagna di Amadei.
Autore: Vittoria Romagnuolo