Il cinema di casa nostra torna alla ribalta, con l’esordio di Andrea Molaioli.
“La Ragazza del lago” è un film sull’Italia di oggi, sulle piccole comunità ed i segreti che talvolta celano, un noir impreziosito da un cast di attori bravi e convincenti (Valeria Molino, Fabrizio Gifuni, Anna Bonaiuto, Omero Antonutti) interpreti di personaggi comuni, semplici, tanto da creare un’atmosfera da fiction.
Toni Servillo nei panni del commissario Sanzio, è il protagonista incontrastato della scena. Indaga sulla morte di Anna, una ragazza bella e intelligente, annegata in un lago della provincia friulana e rinvenuta nuda sulle sue sponde. Tratto da un romanzo giallo norvegese di grande successo, Lo sguardo di uno sconosciuto di Karin Fossum, il racconto appare privo di barocchismi, secco ed efficace.
La vicenda si sviluppa attraverso le indagini affidate esclusivamente al fiuto del monocorde poliziotto, il quale ricerca con astuzia e passione metodica il movente del delitto, sia pubblico che privato.
Tra i pregi della pellicola, c’è quello di offrire allo spettatore vari spunti di riflessione, anche mediante l’analisi introspettiva dei soggetti interrogati. Il rapporto con il disagio, la malattia, la perdita vista come privazione e liberazione al tempo stesso, il dolore in generale, i temi principali proposti dal regista romano, che sulla scia di autori del calibro di Nanni Moretti e Paolo Sorrentino, non si è limitato al giallo imperniato sulla risoluzione dell’enigma, ma ha voluto dipingere i personaggi nelle loro varie sfaccettature.
Lo stesso Sanzio è un uomo segnato da una malinconia costante legata alla moglie malata e alla sua natura di padre ruvido ed introverso, ma in grado nel lavoro, di mantenere fermezza ed onestà di giudizio. Niente a che vedere quindi con gli uomini del R.I.S o di C.S.I .
Qui c’è solo un uomo con le sue paure e perciò dotato di grande umanità. Nella soluzione del mistero il film perde qualcosa, tuttavia si tratta di un finale che si addice ad un’opera inattuale, che evitando il solito scandalismo mediatico ed il pudore di fronte ad alcuni eventi tragici, riesce a staccarsi dalla piattezza delle realizzazioni del momento.
Autore: Valentina Barretta