Sono in giro da un pezzo i Klinefleter e dopo varie sperimentazioni e peripezie hanno deciso di assestare il loro sound su un grunge non derivativo, ma riletto in maniera del tutto personale, dando un impronta nuova al genere e dimostrando che si può andare oltre le etichette.
Ironicamente, definiscono il loro genere “rock post-atomico” ed in effetti in certi brani si respira aria di apocalisse e di fine del mondo, un pò come in “The road” di McCarty.
Il quartetto, torinese, è riuscito a coniugare, finalmente, le esigenze dei quattro componenti, vale a dire il punk-hc, il grunge, la psichedelia ed il blues, dando spazio a tutti i generi, senza però che i brani fossero a compartimenti stagni, ma facendo in modo che alcune di queste inclinazioni convergessero in molte delle tredici tracce presenti nel disco.
L’irruenza di “I want you” ha chitarre grunge su un cantato non troppo tirato, mentre per esempio “Cure me baby” ha un incedere alla Jon Spencer Blues Explosion, come se questi fossero edulcorati; al contrario di “Like eggs” dove emerge un rock’n’roll molto frizzante e “Smile with you” che ha chitarre ben affilate che rendono il brano molto diretto e senza compromessi.
Il quartetto s’infiamma nel finale con “Suicide” e si mostra rancoroso e molto grunge in “Anorexia”, mentre l’irruenza irrazionale e hardcore di “You in the fire” ricorda le uscite in solitaria di Nick Olivieri con i suoi Mondo Generator. Un disco che non vi lascerà indifferenti, perché sicuramente vi prenderà alla gola.
Autore: Vittorio Lannutti