Ecco uno di quei dischi in cui pregi e difetti finiscono per collimare, mettendo in difficoltà il recensore di turno.
Cerco di illustrare i miei dubbi: Dave.I.D è un produttore capace, dotato di una sua visione ben precisa (cita tra le proprie influenze i Liars e Scott Walker), e un pezzo come “When everything is in its place” è lì a dimostrarcelo – incedere filmico, echi vocali, rotolii meccanici ed hand-clap finali – ma si avverte comunque la tendenza a strafare e a risultare accattivanti (l’epilogo pop di “Mine“) anche quando il suono – saturo e iperstratificato – si fa, almeno apparentemente, impenetrabile (vedi le dinamiche Nine Inch Nails di “There’s a kingdom for that”).
E quest’atmosfera dark che pervade tutto il disco, come una cappa nera calata dall’alto, ti cattura e ti avvolge (esemplare “SumR“), ma alla lunga finisce per stancare (lo scontato industrial-rock di “Oil“), risultando malsana sì, ma in un modo un po’ troppo artificiale (i Cure in versione electro di “HIS”).
E poi, la matrice “urban” plasma pezzi di sicura suggestione (la sagoma dei grattacieli sfiorata dal volo di “The takeover“, i bagliori che illuminano ad intermittenza i bui bassifondi di “You me come for“…), ma sfocia pure in evitabili cadute di stile (il tamarro hip hop da day-after di “NOW”).
Come spesso accade in casi come questi, dove gli applausi si alternano alle perplessità, la verità su “Response” sta a mio avviso nel mezzo – una sufficienza piena e niente di più – anche se resto dell’idea che questo disco dividerà gli ascoltatori tra detrattori ed entusiasti, senza bilanciamenti e compromessi di sorta.
Dave.I.D ‘Response’ Live from OFF THE UNCERTAIN BUTTON on Vimeo.
Autore: Guido Gambacorta