Nella tratta che va da Montreal a Los Angeles e viceversa, possono accadere dei piccoli prodigi musicali, infatti il nuovo disco dell’artista canadese Patrick Watson, Love Songs for Robots, è stato pensato, compiuto e registrato in questo spazio temporale, è quello che ne è venuto fuori è uno scrigno di amarezze dolcissime che riflettono sul rapporto tra l’uomo e il computer, quell’amicizia guerriera che si contende saperi, nozioni, ma quello che più conta, le emozioni.
Dieci brani tra soulness Good morning Mr.Wolf, elettricità, pop e sospensioni delicate Grace, In circles, che portano la capacità di penetrare negli orecchi come una confidenza intima, quell’insolitamente bello amalgamante che diventa poi un elemento distintivo estetico, una personale pista di lancio dove decollare e atterrare con lo spirito a piacimento. Tutto è un trasportare l’ascolto negli alti profili poetici, un trippy notturno e dal sangue misto Bollywood, Turn into the noise, che idealizza dinamiche ed emozionalità al massimo del piacere, un tutt’uno in preda ad un’attitudine di malinconie doc.
Tra un Seal cosmico, un Buckley allucinato e una manciata di sogni umani, dove i robots non possono – finalmente – metterci il becco. Ottimo lavoro!
autore: Max Sannella