Ventisei anni di palchi e di incisioni son stati più che sufficienti per gli Spoon (il nome è un gran tributo ai Can) per capire il loro posto nel mondo.
La band texana, fondata da Britt Daniel e Jim Eno, a dispetto di un territorio dal quale ci si sarebbe aspettati suoni torridi e acidi, è sempre stata così tanto invaghita dal power pop al punto da diventare ‘vera’ almeno quanto coloro cui si ispirava e poiché lo spettro espressivo attraversato – con furbizia e passione – è sempre stato molto ampio, non ci siamo certo meravigliati se in taluni momenti ci sono apparsi perfino più brit dei brit.
Il grado massimo di tradizione nel senso ‘roots’ del termine, negli Spoon, potrebbe forse essere una I Didn’t Come Here To Die del 2000, un blues hillbilly che ovviamente in questa raccolta non è presente, così come tutto ciò che è precedente il 2002.
Questa la decisione nello stilare la scaletta: tagliare fuori gli Spoon più impetuosi e indie rock degli esordi per concentrarsi sulle produzioni più mature ma anche inevitabilmente più sornione. Questa scelta che ci priva di un lato fondamentale nell’evoluzione degli Spoon, è però anche comprensibile se ci si vuole soffermare sull’appeal pop quasi mainstream manifestato con sempre più convinzione fino all’ultimo Hot Thoughts del 2017 (uno dei dischi più interessanti di quell’anno). E diventa impietosamente coerente con la narrazione contemporanea del pop che denuda gli aspetti più intimi e le pieghe più recondite per illuminarle con i fari dei piedistalli mediatici da cui rivela la quintessenza stessa del pop: momenti geniali e intensi e pagine di riempitivi, invero poco memorabili.
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autore: A. Giulio Magliulo
Tracklist:
01. I TURN MY CAMERA ON
02. DO YOU
03. DON’T YOU EVAH
04. INSIDE OUT
05. THE WAY WE GET BY
06. THE UNDERDOG
07. HOT THOUGHTS
08. I SUMMON YOU
09. RENT I PAY
10. YOU GOT YR. CHERRY BOMB
11. GOT NUFFIN
12. EVERYTHING HITS AT ONCE
13. NO BULLETS SPENT