Quello del Rock tv, è diventato un appuntamento cult per tutti i rockettari e non di Milano.La location è il mitico Rolling Stone di corso 22 marzo.La scena è tutta per Morgan dei Bluvertigo, ma merita una copiosa parentesi la performance dei siculo-“felsinei” Marta Sui Tubi, e dei salentini Negramaro.
Dopo la performance degli Art of Zapping vincitori dell’ultima edizione del Tim tour, e l’ora dei Negramaro. Vengono dalla prolifica terra salentina (il negramaro è un vitigno dalle caratteristiche solari e forti) e nonostante la galassia indipendente rock italiana si fa sempre più incasinata, i Negra si fanno largo mescolando caparbiamente cenni di pop rock selettivo, legato a schiume dense di rock puro e intimista, sapendo raccogliere tutto ciò che negli ultimi dieci anni si è prodotto nel circuito nazionale ed internazionale.
Forse un po’ osannati dalla critica nazionale, che a mio avviso elargisce gratuitamente osservazioni e ovazioni che meriterebbero una più attenta procedura della critica stessa, ma nell’intento una band che racchiude un progetto tecnicamente valido, e che segue indipendentemente la scia dei “mostri sacri” del rock italico odierno come Verdena e Afterhours.
Discorso a parte per i Marta Sui Tubi, (all’interno del magazine potete trovare un’ampia ed esauriente intervista –recensione sull’ultimo e loro primo lavoro “ Muscoli e dei”).Vengono da Trapani ma d’adozione felsinea.
Il loro sound è una miscela perfetta di dialettiche sonore impossibili e di paradigmi cantautoriali sbronze.Sembra di stare in teatro col pubblico che si confonde nei testi, una spontaneità di linguaggio che abbraccia veramente un progetto stilisticamente avanzato.Futurismo sonoro e recidiva spossatezza leggera che sfocia sempre in energia quasi dimenticata.
Il problema dell’osannare una band, e crederci veramente, e i Marta Sui Tubi (al di là della loro inconfondibile e invidiabile progettualità) è una dolce aria sull’universo sonoro un po’ saturo di cazzate.
Dopo le loro pillole (i gruppi hanno quaranta minuti a testa) e l’ora di Morgan.
Il palco si fa sanremese, (tanti fiori e molto glam!) e Morgan fa il suo ingresso come una diva degli anni venti nei teatri parigini con tanto di sigaretta accesa ed enfasi di bellezza.Via con “The baby, ” dove la psichedelia sposa la dolcezza del linguaggio, fra Beatles e Pink Floyd, poi “Crash”dove sembra di stare in Pierino e il lupo di Prokofiev fra suoni stralunati e classicismi orientativi da cartone animato naif.Ancora con la cover “If” dei Pink Floyd dedicata al pubblico a suo avviso allucinato (saranno stati Marta o Morgan non ricordo!!).Alcune chicche Bluvertighiane poi “Altrove”il mini capolavoro che tutti aspettano, la ciliegia cinematografica (e sicuramente l’impressione che trapela al primo ascolto) che solo un outsider del rock nostrano come Morgan poteva offrirci.
Un mini live per affermare che “Canzoni dell’appartamento” (l’ultima fatica di Morgan), è un lavoro che piace, fatto di parti sonore intime e trasognate.Era da qualche tempo che non si ascoltava un simile lavoro. Il concerto poteva durare di più, ma Rock tv è anche promozione, quindi mini live.
Alla prossima.
Autore: Luigi La Delfa