Il faro è quella luce che tiene viva la speranza, non ci lascia soli e illumina la nostra strada anche quando è impossibile vedere nel buio. La musica di chiamamifaro è questo: qualcosa che in un mare di dubbi e incertezze, di relazioni spente e burrascose, riesce a riempirci di speranza.
Il progetto è quello di una giovane cantautrice bergamasca, Angelica Gori, che il 3 luglio 2020 debutta con il suo primo singolo Pasta Rossa, per Uma Records: il brano in pochissimo tempo raggiunge milioni di persone e stream. Si susseguono a questo altrettanti singoli di successo – Domenica, Bistrot, Limiti – dopo i quali arriva il suo primo EP, MACCHIE, pubblicato l’11 giugno 2021.
La voce di chiamamifaro arriva dritta al cuore; nelle sue canzoni ci racconta di molte relazioni, le quali, dopo il momento particolare che abbiamo passato negli ultimi due anni, acquistano un valore aggiunto, essendoci resi conto del peso reale delle persone nelle nostre vite, e della loro importanza.
È proprio una relazione giunta ormai alla fine, e attraversata da liti, la protagonista di Pioggia di CBD (25 febbraio 2021, Columbia Records/Nigiri), il nuovo singolo di chiamamifaro, scritto insieme ad Alessandro Belotti, Riccardo Zanotti (Pinguini Tattici Nucleari) e Marco Paganelli. L’uscita del nuovo brano segna l’inizio di un nuovo capitolo musicale per l’artista, iniziato con l’uscita del singolo precedente, Addio sul serio.
In Pioggia di CBD ci troviamo sotto un “cielo blu colore polizia”, alla fine di una metaforica sparatoria, al termine della quale, come racconta l’artista, “i due superstiti a terra si guardano e si compatiscono cercando soltanto un po’ di calma sotto la pioggia, mentre sullo sfondo poliziotti e psicanalisti si affannano per placare definitivamente la situazione.”
A noi di Futura 1993 Pioggia di CBD è piaciuta molto; quindi, abbiamo deciso di fare qualche domanda a chiamamifaro, leggete cosa ci ha risposto!
È uscito da poco il tuo nuovo singolo, Pioggia di CBD, che arriva dopo il recente Addio sul serio. Al centro del brano c’è una relazione burrascosa: quanto incidono i rapporti che hai con le persone sul tuo modo di fare musica?
Moltissimo, senza di questi probabilmente non ci sarebbero canzoni, e non solo le mie, parlo in generale. Siamo tutti esseri fortemente sociali e socievoli e nonostante gli anni di pandemia abbiano a tratti cambiato questa nostra condizione noi siamo fatti di relazioni sociali. Che siano esse romantiche, di amicizia, familiari o lavorative. Io faccio un mestiere in cui tutte queste relazioni che vivo quotidianamente mi aiutano a scrivere delle canzoni, e mi sento fortunata a poterlo fare.
Questa estate ti sentiremo live e dividerai il palco con i Rovere, in passato hai condiviso questa esperienza con artisti come Ariete e Sangiovanni. Cosa ti hanno lasciato queste esperienze?
Innanzitutto, delle amicizie; specialmente con i Rovere e con Ariete si è creato un bel rapporto. Ma poi i concerti dell’anno scorso mi hanno insegnato tante cose: ad essere più sicura di me sul palco, a risolvere gli imprevisti, a divertirmi. Non vedo l’ora di tornare in tour quest’estate, senza più posti seduti e con un sacco di voglia di fare casino.
Se potessi scegliere tu un concerto da aprire, che artista sceglieresti e dove ti piacerebbe esibirti di più?
Uuuh, ottima domanda. Credo che adorerei poter aprire uno dei tanti Jova Beach Party, non importa dove.
Vivere un periodo della tua vita in Inghilterra ha influito sul tuo modo di fare musica? Come?
Sì, in un certo senso credo che abbia avuto una grande influenza. In Inghilterra ho avuto la possibilità e la fortuna di conoscere e di suonare con tantissime persone, da tutte le parti del mondo. E come ogni rapporto sociale, proprio come dicevamo prima, tutte queste persone mi hanno lasciato qualcosa sia musicalmente e umanamente. Inoltre, anche se sempre paradossale, è proprio mentre stavo in Inghilterra che ho cominciato a scrivere in italiano e ad avvicinarmi alla musica italiana.
Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari segue la direzione artistica del tuo progetto. Quando ha detto “la musica tante volte è più simile alla matematica di quanto si possa pensare” cosa intendeva? In che modo hai seguito il suo consiglio?
Quella frase significa sostanzialmente che arte e matematica possono coesistere. Se da una parte c’è il getto creativo che chiamiamo arte, dall’altra ci sono la precisione e la mente lucida, tipiche della matematica, che curano gli aspetti tecnici, la produzione, il sound design e la struttura del pezzo. E io ho imparato che quando in un pezzo ci sono queste due componenti insieme esce sempre della bella musica; è una formula invincibile.
Il tuo progetto è nato insieme ad Alessandro Belotti, tuo grande amico, con cui condividi sempre il palco. Trovandovi a lavorare assieme, è cambiato in qualche modo il vostro rapporto?
No, non credo che sia cambiato. Siamo ancora amici prima di tutto. Siamo però in un certo cambiati tutti e due perché negli ultimi due anni siamo cresciuti tanto. Siamo passati da fare musica per passione a farla per lavoro il che implica tanti cambiamenti nell’approccio che abbiamo. E anche se anni fa non lo avrei pensato, fare musica in maniera più professionale con delle scadenze da rispettare e tutto il resto mi ha reso forse ancora più appassionata di quanto già lo fossi quando è cominciato tutto. Io e Ale intanto continuiamo a scannarci e litigare mentre scriviamo le canzoni e continuiamo ad essere felici una volta che le riascoltiamo finite perché certe cose non cambiano.
In passato hai detto di non sentire di appartenere a un genere in particolare, ma se potessi descriverti come un “mix” di più artisti, quali sceglieresti?
Sì. Insomma, sicuramente rientro in quella che viene definita come scena indie-pop italiana che però poi è molto generica. Per quello che riguarda il sound e la produzione dei miei pezzi mi piace prendere ispirazione dal pop internazionale. Ti cito qualche nome di quelli che escono in maniera più ricorrente come reference ora che sto lavorando al disco: Olivia Rodrigo, Halsey, Billie Eilish, Florence and the Machine, Maggie Rogers.
ll nome che hai scelto è chiamamifaro, perché la luce del faro è un posto sicuro: qual è il tuo?
Oltre al mio faro e alla mia musica l’altro posto in cui mi sento al sicuro è casa mia. Sono super super legata alla mia famiglia.
In un’intervista recente dici che una volta che hai pubblicato una canzone è di chi la ascolta, non più tua: cosa vorresti che rimanesse alle persone di pioggia di CBD?
Non saprei, spero una bella canzone innanzitutto. E poi che il CBD è inutile per calmare gli animi quando con una persona ormai ci stai facendo una guerra. Forse la chiave è riuscire a fermarsi prima del punto di non ritorno. Quello delle porte in faccia e delle parole che volano come proiettili.
Grazie Angelica, ti aspettiamo “come gli accendini ad un concerto”!
Grazie ragazzi dell’intervista, speriamo di vederci a tantissimi concerti.
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Queste le tappe del tour estivo:
02/07 Parco della Musica – Padova w/rovere
06/07 Botanique – Bologna w/rovere
07/07 Ultravox – Firenze w/rovere
27/07 Circolo Magnolia – Segrate (MI) w/rovere
autrice: Gloria Deiuri
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