Giunti al loro sesto album, i prolifici Oneida tornano in Italia dopo meno di un
anno, per presentare la loro ultima fatica “Secret Wars”. Un pubblico delle grandi occasioni affolla l’Init (ormai un punto di riferimento nella capitale per tutti gli appassionati di indie rock) rendendolo quasi un altoforno. Ma la temperatura sarà destinata ad aumentare quando sul palco saliranno i tre ragazzoni di New York, per dare vita ad una performance che definire fisica non sembra fuori luogo. Ossessivi, reiterati, implacabili, i
nostri non lesineranno un solo grammo d’energia da spendere sul palco a favore
di uno show memorabile. Priva del contributo elettronico presente sui loro lavori in studio, la band dirigerà il suo personalissimo e ormai inconfondibile sound fatto di ripetizioni
meccaniche dalle ritmiche inesorabili, verso le sue estreme conseguenze, il cui
maggior responsabile è l’impeto con cui i tre riversano la loro robotica foga
sui rispettivi strumenti. Quella stessa irruenza che renderà quasi irriconoscibile l’esecuzione di “Each One Teach One”, unico episodio tratto dall’acclamato omonimo album. Artefici di una proposta musicale ostica, ma al tempo stesso divertita e divertente, tanto da scatenare il pogo generale, nel loro incedere serrato c’è spazio anche per brevi sospensioni dal leggero sapore lisergico, e suggestioni kraut (la loro ossessione metrica non è forse figlia delle sperimentazioni ritmiche dei Can?). Ma quando i tre decidono di rinunciare alle tastiere a favore della chitarra, ad andare a formare il classico ‘power trio’, gli Oneida diventano quasi un gruppo “normale”, rock nell’accezione più tradizionale del termine. Ascoltare “Wild Horses” dal loro ultimo lavoro per credere. Dopo quasi un’ora e mezza, i tre simpatici newyorkesi (fra un assalto e l’altro scambiano battutine con i presenti), stravolti dalla fatica e dal sudore, salutano e ringraziano un pubblico consapevole di aver assistito ad un grande live, e di non poter chiedere altro ad una band che ha dato davvero tutto. Tranne qualcuno però che crede di trovarsi di fronte ad un jukebox: “ Sheets Of Easter”! continuerà ad urlare per tutta la durata dello show.
Autore: Giuseppe Gentile