Ancora una volta dobbiamo prendere atto di quanto la Svezia sia paese ricco di buoni talenti musicali. Questa volta ci tocca ascoltare il secondo disco di una cantautrice dalle discrete capacità compositive e dal buon talento esecutivo: Frida Hyvönen è una brava cantante ed un’altrettanto valida pianista. In questo suo esordio, uscito in Svezia nel 2005 (con il contributo del Ministeroed oggi ristampato su scala internazionale dall’americana Secretly Canadian, la bionda cantautrice incide per noi tutti 10 canzoni pop in lingua inglese, saldamente poggiate sui martellati accordi d’accompagnamento del pianoforte, e su un cantato romantico e lirico, spesso raddoppiato ed irrobustito da una seconda voce femminile: scelta d’arrangiamento che funziona a meraviglia e riempie bene lo spazio senza lasciare vuoti malgrado la povertà strumentale di molte canzoni in repertorio.
Con i suoi testi d’amore talvolta adolescenziale talvolta adulto, qua e là in effetti la ventinovenne svedese di origini finlandesi passa anche all’organo – succede per esempio in ‘Djama!’ – o ricorre ad inserti di tromba, xilofono, vibrafono o, in una sola occasione, ad un’intera formazione con tanto di basso e batteria – per rimediare con l’arrangiamento alla debolezza di ‘Come another Night’, unico pezzo mediocre – stile ultimi Cardigans bolliti – di questo disco, per il resto davvero buono.
Troppo facile sottolineare come Frida si rifaccia ad un certo tipo di soul bianco e folk americano fine anni 60 inizio 70: Carole King, Laura Nyro e Joni Mitchell sono suoi modelli dai quali magari saprà anche distaccarsi in futuro con maggiore personalità – vedremo sul suo nuovo disco, che s’intitolerà ‘Gives You’ ed uscirà tra pochissimi mesi – ma va detto che la sua combinata voce/piano è talmente buona, ed i suoi modelli così colti e poco usuali per giovani cantatrici all’esordio, che c’è davvero poco da criticare, in proposito; ascoltate le tre canzoni in coda al disco: l’elegante, languido classicismo di ‘N.Y.’ e ‘Straight Thin Line’ ed il leggero twee-pop del singolo ‘The Modern’ e capirete. Curioso che il meglio del disco stia in coda…
Autore: Fausto Turi