autore: Veronica S. Valli
La 42 Records tira fuori dal suo cappello a cilindro un’altra bella band, i Mamavegas. Tanto di cappello all’etichetta de Icani e Colapesce dimostra ancora una volta di saperla molto lunga in fatto di band emergenti e musica alternativa in generale.
I Mamavegas sono un sestetto romano molto particolare, ognuno dei componenti proviene infatti da generi diversi, come jazz ed elettronica, che riescono a far coesistere in maniera gradevolissima nei loro brani.
Così il loro primo disco “Hymn for the band things” è una sorta di commistione di diverse suggestioni musicali, qualcosa di (finalmente) originale, che un po’ fa pensare a certe sperimentazioni degli anni Settanta che al giorno d’oggi sono solo un miraggio.
Quest’album viene dopo due EP, sempre prodotti con la 42 Records, e ruota attorno ad un concept molto particolare, cioè quello di proporre temi universalmente riconosciuti in modo positivo (come la bellezza, il successo, la speranza), affrontandoli però in modo diverso, che tenta di esorcizzare le paure insite in ognuna delle suddette cose.
Così abbiamo una rosa di brani molto suggestivi, come “The Stool”, dedicato alla speranza, l’agrodolce ballata sulla bellezza “Mean and Proud” e la visionaria “Winter Sleep”, la ninna-nanna della fede.
In realtà è difficile scegliere un pezzo piuttosto che un altro, perché si tratta di un disco veramente ben fatto e meritevole, come in giro se ne sentono purtroppo pochi.
La cosa che sicuramente salta all’occhio, anzi all’udito, è la grande bravura e preparazione di questi sei ragazzi, che forti delle loro esperienze pregresse, sono riusciti a non limitarsi ad un solo genere ma a spaziare e a sperimentare, dando vita a un progetto innovativo.