Meriterebbero un seguito più nutrito i californiani Ganglians, ma il Covo questa sera non ha tributato nessun pienone ai quattro di Sacramento, in giro per lo stivale a presentare il loro ultimo lavoro “Still Living”, nonostante le buone premesse dettate da un hype che precede ampiamente la loro reputazione.Rispetto all’esordio “Monster Head Room” il quartetto americano ha leggermente abbassato i giri, virando verso un pop vagamente psichedelico che immancabilmente affonda le radici in quelle sonorità tipicamente californiane molto beach-friendly. Lo spettacolo, intenso ma abbastanza breve, parte con “Drop the Act”, primo pezzo di “Still Living”, sciogliendo immediatamente l’atmosfera, ma sopratutto i nostri dubbi relativi alla resa vocale del cantante/chitarrista Ryan Grubbs che invece si dimostra assolutamente all’altezza delle vocalità presenti sul disco. Da qui in poi, senza pause, i Ganglians si offrono di essere la nostra guida in un viaggio che tappa dopo tappa, prima ci accompagna verso i magnifici anni ’60 (That’s What I Want) con tanto di coretti degni di Brian Wilson, eseguiti perfettamente da tre dei quattro componenti, dopodiché siamo dirottati verso quell’ immaginifico territorio Tex-Mex tanto caro alle atmosfere cinematiche tarantiniane (Jungle).Echi garage promanano dalla veloce e rumorosa “Faster”, seguita immediatamente dalla più abrasiva “The Toad”, ma con “Evil Weave” e “California Cousins” facciamo presto ritorno in quei territori solari e rassicuranti, figli di quel sinfonic-pop alla Beach Boys.”Bradley”, già lunga e cristallina su disco, dal vivo ha una resa ancora maggiore, con il suo intro strumentale ancora più suadente e psichedelico, mentre stride con tutta l’atmosfera lisergica che aleggia nell’aria la successiva “Things To Know”, troppo anni ’80, troppo plastificata e fuori luogo per una serata dai toni spensierati e freakketoni.Dopo poco meno di un’ora però (un po’ pochino a dir il vero), senza nemmeno un encore, i quattro californiani decidono che può bastare così, lasciandoci con un leggero senso d’insoddisfazione proprio quando l’atmosfera iniziava a riempirsi di vere e proprie suggestioni un po’ hippy, un po’ West Coast.Fuori, la prima pioggerellina autunnale e una Bologna accarezzata dalla nebbia, ci ricordano che la California e il suo sogno sono davvero troppo lontani da qui.
Autore: Alfonso Posillipo
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