Il ritorno dei veneziani Lucertulas, quattro anni dopo quello che fu il loro terzo disco intitolato The Brawl, intimidisce per la ferocia ma al contempo rassicura sullo stato di salute del noise e del metalcore italiano, presentando 6 nuovi brani per la durata complessiva di 30 minuti che sono una catarsi rabbiosa in cui pesanti riff granitici s’innalzano assediati da veloci bordate noise, feedback, urla nichiliste e sporadici fraseggi jazzcore, con un equilibrio sonoro pregevole su disco, qui in Anatomyak, ma anche dal vivo, come verificato nel bel live parigino della band comparso in rete di recente: http://www.youtube.com/watch?v=A_dYyao0NqQ .
‘The Sailor‘ e ‘Sickness‘ i titoli di veri e propri riti invasati, musiche serrate ed incalzanti, orride frontali metalcore un po’ stile Propagandhi, mentre in ‘Beggars‘ s’avverte un’ispirazione anni 90 di tipo grunge ma caricato e compresso, con un testo in cui parla una persona senza dimora che vive ai margini di una grande città senza visibilità alcuna e senza un’umanità degna intorno a sé, in ‘Caronte‘ scorre un’ipnotico ed aggressivo mantra postcore stile Ufomammut, mentre lo strumentale ‘7‘ risulta un po’ incompiuto, anche nella funzione di alleggerire un attimo con passaggi psichedelici.
Federico Aggio (voce, basso), Luca Bottigliero (batteria) e Christian Zandonella (chitarra) compongono quest’ultima molto tecnica e adrenalinica formazione dei Lucertulas, ed Anatomyak – acquistabile dalla pagina bandcamp del gruppo al prezzo di € 10, o nella bella confezione in alluminio ad € 16 – è un lavoro molto importante per la musica rumorosa italiana, un progetto che merita la stessa fortuna anche internazionale ottenuta negli ultimi anni da Zeus! e ZU.
https://www.facebook.com/lucertulas
autore: Fausto Turi