Il tema della vendetta negli ultimi tempi sembra interessare parecchi cineasti. Basti pensare al più che convincente “Old Boy”. Ne e’ stato folgorato anche John Singleton, uno specialista di film d’azione ad ambientazione metropolitana (“Boyz N the hood” e “L’università dell’odio”) . La dose di violenza e di spettacolarità (soprattutto negli inseguimenti in macchina e nei conflitti a fuoco) di “Four brothers” è veramente notevole, ma alla fine e’ l’unica cosa decente che possa offrire il film. Il resto non e’ altro che turpiloquio fine a se stesso, situazioni ai limiti del ridicolo (tutta la storia dei gangster mammoni non può reggere) e un incredibile campionario di inverosimiglianze (lunghissime sparatorie in città degne del Far West senza che la polizia intervenga). L’ultimo elemento, in particolare, costituisce un enorme difetto per un film che dovrebbe fare della veridicità il suo punto di forza. Per non parlare del finale: il film avrebbe senz’altro meritato un epilogo ben più complesso.
Autore: Michele Lo Presti