Con “Senghe”, nuovo disco dopo cinque anni da EnnEnne, gli Almamegretta dimostrano di avere ancora tanta voglia di affrontare nuove sfide. Sempre fedeli alla loro filosofia volta alla contaminazione e all’imbastardimento di suoni e parole, il gruppo napoletano ha realizzato un lavoro composto dalle ali dell’anima migrante e delle continue contaminazioni e dalle radici dei loro suoni, ma soprattutto della cultura mediterranea e mediorientale.
Il titolo stesso del disco, “Senghe”, in napoletano vuol dire fessure, che nel disco sono quelle in cui si inseriscono i beat elettronici tra una melodia e un ritmo serrato, ma sono anche quelle in cui si sono inseriti e si inseriscono i migranti e tutti coloro che hanno un’anima migrante.
Con un cambio di formazione dovuto all’inserimento di Paolo Baldini al basso (anche se collabora con la band da alcuni anni) e di Danilo Turco, che ha scritto tre pezzi e ha diretto il video di “Figlio”, gli Almamegretta propongono un lavoro profondo e radicato nella terra partenopea, nonostante l’electro-dub pervada tutto il disco. Il lavoro si apre con “Figlio”, in cui il il dub/reggae/electro sostiene un testo in dialetto napoletano che utilizza la metafora delle difficoltò comunicative tra genitori e figli per estendere l’importanza della relazione tra individui. Tuttavia, il brano più intrigante del disco è “Homo Transient” in cui Raiz nella prima parte cita in ebraico un pezzo della bibbia che parla di Abramo come padre che proviene da una zona dell’attuale Iraq, divenuto snodo di merci, petrolio, armi ed esseri umani.
Con il romanticismo di “’na Stella” Raiz omaggia Fausto Mesolella, storico chitarrista degli Avion Travel, con cui ha collaborato a lungo. Particolarmente eccitanti sono “Ben Adam” e “Make It Work” nelle quali viene utilizzata l’elettronica che la band utilizzava all’inizio del suo percorso artistico.
Stesso discorso per il dub di “Water Di Garden” e con “’O Campo” viene utilizzata un’ottima chitarra. Un lavoro non solo bello, ma qualitativamente molto elevato, che intriga e che suscita la sensazione che gli Almamegretta siano tornati ai fasti degli anni ‘90.
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autore: Vittorio Lannutti