September, 30 2006
POISON ME – (all’interno della Notte Bianca 2006 di Napoli)
Teatro Galleria Toledo – Via Concezione a Montecalvario, Napoli,
Ingresso Gratuito
Poison Me è una condensa. E’ un evento live che determina una reciproca rigenerazione tra progetto audiovisivo e rappresentazione artistica dal vivo. Nasce dalla considerazione della soglia che genera la differenza tra queste due tipologie espressive. Se quella dal vivo è di tipo aperto, in diretta con un necessario scambio veloce e immediato con lo spettatore, spesso realmente mutevole, con un disegno visivo talvolta estremamente statico; quello cinematografico, fondamentalmente è un prodotto osservato, definito, immutato nelle sue diverse riproduzioni, non necessariamente esplicativo, che ha l’effettiva ed inconscia esigenza di utilizzare i segni e comunicare attraverso essi. Poison Me vuole trovare nella sua proposizione il frutto diretto dell’innesto tra questi due insiemi. Vuole nell’evidenza del contrasto visivo (frames-live) cogliere una comunione d’intento comunicativo.
Nasce nel 2004 come esperimento di cinema in diretta. Nasce al centro di un bosco. Nasce con l’intento di generare per intero un prodotto audiovisivo in un ambiente incontaminato. Prende forma estetica dalla contaminazione e dal contrasto: dalla duplice interazione tra espressione istintiva del movimento umano e immobilità dell’ambiente naturale; dall’intesa nel contrasto tra tecnologia e ambiente naturale incontaminato.
Poison Me è una rigenerazione dal vivo dell’esperimento di cinema in diretta “Capita” che integra in maniera istintiva musica, teatro, cinema e danza. Poison Me propone una sequenza di frames sugli schermi che si ripropone live. E’ un evento spettacolare della durata di un’ora che fa leva sulla teatralità dei movimenti della danza alimentati da un tappeto di sonorità elettroniche mescolate a suoni tribali derivati dalle percussioni e a rielaborazioni elettroniche dal vivo di rumori legati ai “gesti” del lavoro.
È un live che si conforma al luogo ma è quest’ultimo che fa rivivere la sua natura in una nuova forma espressiva e fruitiva: la scena. Questa viene percorsa da personaggi che instaureranno con il pubblico un rapporto di reciproca influenza. Il pubblico si pone come soggetto attivo nella rappresentazione e diventa anch’esso, nella danza istintiva, protagonista.
Il testo è il risultato visivo di un percorso di rievocazione di immagini e sensazioni legate ai gesti del vivere e del sopravvivere; ai volti, alla fisionomia del popolo, alle espressioni del Sud .
Elemento di conservazione di ognuno di questi caratteri: la stessa terra che si calpesta, madre di ogni percorso culturale, storico e sociale.
L’intento è provocare una destabilizzazione emotiva nello spettatore generata dalla medesima espressione dei percorsi emotivi della gente.
Chiedere allo stesso popolo se si riconosce come tale, se ricorda e perché ha preferito dimenticare, se riesce a ricucire il volto della terra con i fili che costruiscono l’attualizzazione della storia del Mediterraneo.
Il testo è scritto in prima persona; il punto di vista dell’osservatore che annusa e cerca di identificare l’osservato.
Una terra storicamente senza terra per tutti, ad essa i contadini attribuiscono un difetto primordiale: quello di non “figliare”, di non generare altra terra.
Una terra abitata da uomini senza stato, imbottigliati nella pazienza.. nell’attesa.. con la paura che li assale. Non essere, non riconoscersi come prodotto di quella società. Abitanti di un porto in esilio, in esilio tra due mari, il terzo è il sogno dell’America. Sembrano fare una storia fuori dalla storia.
Il risultato da ottenere: nel riflesso sul palco far riconoscere le stesse emozioni che ancora nascondono sotto le pietre nella memoria.
Provocare il dubbio davanti allo specchio della propria immagine, essere capaci di riconoscersi e di ricostruire la propria identità rurale.
Regia: Luca Curto
Musica: Barbara de Dominicis, Marco Messina, Gennaro De Rosa, Emanuele Brignola
Performer: Francesco Schiano, Rosario Lambiase
Autore: red.
www.myspace.com/marcomessina